“L’attivazione della sperimentazione della tecnica del plasma convalescente per la cura dei pazienti affetti da coronavirus potrebbe essere sperimentata anche in Umbria, riducendo così i ricoveri in terapia intensiva, portando un miglioramento della salute dei malati e un alleggerimento del carico per gli operatori sanitari”.
Così il capogruppo del Partito democratico, Tommaso Bori, che ha annunciato una interrogazione sul tema auspicando che la “Regione, tramite le aziende ospedaliere e le aziende sanitarie, avvii quanto prima la sperimentazione della plasmaterapia, in accordo con l’Università degli Studi di Perugia”.
“La plasmaterapia – spiega Bori - è già stata usata in passato per curare altre epidemie, anche correlata ai coronavirus come la SARS-CoV, riportando ottimi risultati, tanto che l'Organizzazione Mondiale della Sanità ne ammette l'utilizzo nel caso di malattie gravi per cui non ci sia un trattamento farmacologico efficace. Numerosi – puntualizza - sono i poli ospedalieri universitari, nelle altre regioni, che ne hanno avviato la sperimentazione per i pazienti positivi di Sars-CoV2. La terapia non comporta alcun effetto collaterale e prevede un prelievo di plasma dai pazienti
risultati guariti e che hanno sviluppato un’alta concentrazione di anticorpi in grado di supportare i pazienti gravi nel combattere il coronavirus. La plasmaferesi è una tecnica diffusa, che viene realizzata attraverso un separatore cellulare nei servizi immunotrasfusionali, per una durata di massimo 40 minuti”.
“La tecnica del plasma convalescente somministrato ai pazienti Covid19 ospedalizzati – spiega Bori -, avviene già per aumentare la risposta del sistema immunitario e, di conseguenza, l’ossigenazione del sangue nel paziente non intubato. Si evita, così, l'evoluzione della patologia e l'accesso in terapia intensiva”.
Perugia
07/04/2020 10:21
Redazione