Una storia di vita e di speranza. E' quella di Lucio Lisarelli, eugubino classe 1943 che circa 23 anni dopo un trapianto di fegato non solo ha ripreso a vivere con nuova linfa ma è divenuto noto per alcuni record davvero singolari. E proprio per la giornata nazionale della Donazione e Trapianto Organi è stato invitato a Città di Castello nel memorial di rugby in memoria di Matteo Montanucci, deceduto nel 2013 a 22 anni. Tra i presenti anche il dottor Atanassios Dovas, responsabile area operativa del Centro Trapianti dell’Umbria e Manuela Toccoletti, medico di Anestesia e Rianimazione all’ospedale di Città di Castello.
Lisarelli ha portato la propria testimonanza, per una storia davvero incredibile e recentemente la rivista “Blister”, ovvero il magazine ufficiale del Policlinico di Milano, ha narrato la storia di Lucio, che nei primi anni 90, a causa di un banale incidente, inizia ad avere problemi al fegato. La situazione subirà complicazioni nel tempo fino al punto di sperare nel trapianto come unica possibilità per salvarsi. La vigilia di Natale del 1996(peraltro giorno in cui Lucio compie gli anni) diviene una seconda nascita, perchè proprio quel giorno riceve la chiamata del Policlinico sulla possibilità di effettuare il trapianto, affidato alle sapienti mani del professor Giorgio Rossi, direttore della Chirurgia Generale e Trapianti di Fegato del Policlinico di Milano. Da li in poi è iniziata una nuova vita per Lucio, che si è specializzato in perfomance acrobatiche in moto o meglio, in sella alla sua Lambretta del 1968, che lo hanno fatto entrare dritto nel Guinness dei Primati: al celebre cronoscalata eugubina “Trofeo Fagioli” difatti, Lucio ha percorso i 5.140 km in salita del percorso in soli 4 minuti e 33 secondi senza mai toccare il manubrio con le mani. Una peculiarità incredibile e grazie anche al suo talento e alla sua forza di volontà oggi è divenuto testimonial dell'Associazioni italiana per la Donazione di Organi, divenendo pure promoter nelle scuole per raccontare che nella vita non bisogna mai mollare o darsi per vinti.