Mosaici di Gubbio: esempio di recupero e restituzione

Nell’ambito dei lavori di valorizzazione dell’area della Guastuglia che prevede la copertura con struttura della domus del banchetto, sono stati rimessi in luce con i fondi della Fondazione i mosaici rinvenuti 1972, di cui lacerti musivi erano conservati nei magazzini e di cui si era persa la provenienza. L’area della Guastuglia è ubicata nella zona sud orientale del centro antico, poco distante dal Teatro Romano, a cui è collegata da un asse viario basolato, e al foro romano, dove si affacciano i resti di un tempio di età augustea dedicato ad una divinità femminile. E’ occupata da un articolato quartiere residenziale di età romana, delimitato cronologicamente tra la fine del I sec.a.C. e gli inizi del IV sec.d.C.; le prime scoperte risalgono già al 1880. Tra le domus, la più significativa e di notevole livello è quella cosiddetta “del banchetto”, scavata intorno al 1970 e restaurata nel corso degli ultimi decenni in vari tempi (v.Lucia Romizzi in AISCOM XI); dalla zona provengono anche i mosaici tardo antichi con scene marine ( v. Lucia Romizzi in AISCOM XIV). Sempre negli anni settanta l’area fu concessa per la costruzione di una serie di case private, ma già ai primi scavi si rinvennero murature e mosaici. I saggi allora effettuati misero in evidenza aree occupate da altrettante domus, ancora inedite. La più completa messa in luce scavata nel 1972, in proprietà GESCAL, era costituita da almeno dieci ambienti, di cui rimanevano vani con mosaici in bianco e nero, a decorazione geometrica, e solo in un caso a tre colori, e cocciopesti. La domus fu ricoperta e le pavimentazioni vennero in parte staccate e depositate in alcuni locali di proprietà comunale, poi passati allo Stato, in prossimità del Teatro Romano. Ora gli scavi li hanno rimessi in luce e sono stati scoperti due nuovi ambienti mosaicati.