Una legge che nasce già illegittima. Così la Comunanza agraria Appennino Gualdese sugli emendamenti approvati dalla seconda commissione consiliare della Regione alla legge regionale relativa alle acque minerali 22/2008.
La Comunanza agraria smentisce che i lavori preparatori alla stesura della legge siano stati condivisi con le Comunanze agrarie : “ Alcune Comunanze ed Università - si legge nella nota dell?Appennino Gualdese - avevano sì inviato, in data 2 gennaio 2021, una loro proposta di emendamento. Ma non sono state successivamente mai invitate per un confronto sul disegno di legge, né tantomeno sull’emendamento proposto; alle stesse non è stato inviato alcun riscontro né alcuna comunicazione e, solo da notizie ufficiose, gli Enti esponenziali hanno appreso che l’emendamento non è stato accolto. “
La Comunanza puntualizza i motivi per cui la nuova legge sia in violazione delle normative nazionali e comunitarie :
La Regione Umbria non ha minimamente coinvolto i titolari dei beni, sui quali gli effetti della nuova Legge ricadono pesantemente.
La Regione Umbria intende approvare. nuovamente, una legge regionale per l’utilizzo delle acque minerali senza escludere i corpi idrici appartenenti alle proprietà collettive:
in violazione di una Legge dello Stato, in particolare dell’art.3 lettera f della legge 168/17 invadendo proprietà e diritti altrui
in violazione del costante orientamento della Corte Costituzionale e dei principi da essa tutelati, invadendo impropriamente con una norma legislativa regionale la disciplina dei diritti di uso civico, andando ben oltre le prerogative di mera funzione amministrativa assegnate dallo Stato alle regioni stesse.
in violazione della esclusiva competenza statale in relazione ai vincoli paesaggistici sui beni di uso civico e in particolare della normativa contenuta nel d.lgs. n. 42 del 2004, che «garantisce l'interesse della collettività generale alla conservazione degli usi civici per contribuire alla salvaguardia dell'ambiente e del paesaggio».
in violazione dell’art 117 lettera s) della Costituzione Italiana che riserva al legislatore statale la competenza sulla «tutela dell'ambiente, dell'ecosistema e dei beni culturali
Sotto accusa anche l’emendamento che prevede un mero corrispettivo economico per il mutamento di destinazione d’uso dei terreni a uso civico : “Come se si trattasse di una semplice questione economica e non di legalità, tutela dell’ambiente e dell’interesse delle comunità che lo abitano”, afferma l?Appennino Gualdese .
“Qualora la Legge Regionale venga comunque adottata con tutte le criticità evidenziate – si legge nella nota - le Comunanze ed Università porranno immediatamente in essere ogni possibile rimedio per la difesa dei patrimoni collettivi, rivolgendosi alle autorità preposte.” Da qui un invito agli organi regionali perchè ci sia sull'argomento un ripensamento prima delle definitiva approvazione.