L'Isuc, con il patrocinio Università degli studi di Perugia e della Presidenza del Consiglio comunale di Perugia, invita al convegno I “Neri” in una provincia “Rossa”. Destre e neofascismo a Perugia dal dopoguerra agli anni Settanta. La fine della contrapposizione ideologica comunismo/anticomunismo, facendo venir meno la conventio ad excludendum ai danni delle ali estreme dello schieramento politico, ha consentito da tempo l’ingresso sia degli eredi della tradizione comunista sia di quella neofascista nell’area di governo a livello nazionale e locale. Tale evoluzione ha avuto riflessi positivi sulla storiografia che ha cominciato a indagare il fenomeno delle destre in Italia fuori da una logica improntata alla semplificazione e/o alla demonizzazione. In un quadro che vede un generale progresso delle conoscenze relative al fenomeno delle destre, il tema del neofascismo in Umbria è stato poco studiato, sommerso dalla retorica della “regione rossa”, la stessa che ha condotto anche a una rimozione dell’esperienza del ventennio fascista. Eppure, già a partire dagli anni immediatamente successivi al conflitto mondiale, a Perugia si colgono segnali eclatanti della riorganizzazione del neofascismo: il 1° gennaio 1947 si tiene con successo un tentativo di “pacificazione” tra partigiani e reduci della Rsi (all’Università di Roma, due settimane dopo, un’iniziativa simile si concluderà con una rissa tra fascisti e militanti del Pci), preludio alla fondazione della prima aggregazione missina il mese successivo; dall’inizio degli anni Cinquanta e per tutto il decennio le liste di destra si affermano costantemente nelle elezioni per le rappresentanze studentesche universitarie; negli stessi anni, si costituisce a Perugia una sezione del Centro studi Ordine nuovo, che svolgerà un’intensa attività politico-culturale, formando una nuova generazione di giovani che parteciperà alla stagione di mobilitazione politica degli anni Sessanta e Settanta; la stessa costituzione di una commissione d’inchiesta sul neofascismo negli anni Settanta, al di là delle inevitabili strumentalizzazioni politiche, appare come una prova della rilevanza del fenomeno. A partire da questi dati di fatto, il convegno, curato da Luca La Rovere, si propone di effettuare una prima ricognizione della presenza organizzativa, politica e culturale della destra nel capoluogo e nella sua provincia (la situazione di Terni è estremamente diversa), con l’obiettivo di inserire il “caso perugino” nel più ampio quadro nazionale. I lavori si apriranno mercoledì 5 dicembre 2018 alle ore 09,30 presso la Domus pauperum in corso Garibaldi, 84 a Perugia. Dopo i saluti Andrea Romizi Sindaco di Perugia e di Mario Tosti Presidente Isuc, i lavori proseguiranno con le relazioni di: Giuseppe Parlato (Università degli Studi Internazionali Roma), Destre e neofascismo in Italia: il contributo della storia locale, Alessandro Campi e Marco Damiani (Università degli Studi di Perugia), Moderati e destre in Umbria: 1946-2018. Insediamento territoriale e dinamiche elettorali, Guido Panvini (Sciences Po, Centre d’Histoire – Paris), La guerra civile come catastrofe. Politiche della memoria nella destra radicale, Leonardo Varasano (Università degli Studi di Perugia), Sui modi di sentire e vivere il post-fascismo, Tommaso Rossi (Isuc), I conti col fascismo: i processi del dopoguerra a Perugia, Ferdinando Treggiari (Università degli Studi di Perugia, Università Luiss Roma), La fiaba della defascistizzazione. Il caso dell’Università di Perugia (1944-1948), Luca La Rovere (Università degli Studi di Perugia), La federazione perugina del Msi, Raffaello Pannacci (Università degli Studi di Perugia) La destra studentesca: la presenza universitaria, Alessandro Sorrentino (Università degli Studi di Perugia), L’immagine del neofascismo nella stampa locale e Valerio Marinelli (Isuc) La commissione regionale d’inchiesta sull’attività neofascista in Umbria tra il 1969 e il 1975. Concluderà i lavori, il dibattito previsto per le 16:30.
Perugia
03/12/2018 09:30
Redazione