Relazione su storia sismica di Gubbio al convegno nazionale di Bologna

Nell’ambito del 33° Convegno Nazionale del Gruppo di Geofisica della Terra Solida, tenutosi nei giorni scorsi a Bologna, è stato presentato, giovedì 27 novembre, il recente lavoro sulla sismologia storica di Gubbio, realizzato da Romano Camassi, Viviana Castelli, Fabrizio Cece, Marco Menichetti, Giancarlo Monachesi, Ettore Sannipoli. La relazione dal titolo ‘Quanto sono complete le conoscenze sulla nostra storia sismica? Il caso Gubbio’, svolta a nome del gruppo da Viviana Castelli nell’ambito della Sezione ‘Pericolosità sismica, vulnerabilità, scenari di scuotimento e di danno’, è stata particolarmente apprezzata per le approfondite valutazioni. « Avere un quadro più dettagliato possibile sugli effetti dei terremoti che in passato hanno interessato questo territorio – si legge fra l’altro nella relazione - è fondamentale per contribuire allo studio del del rischio sismico e a valutare i futuri scenari a livello locale. Un’analisi critica del Bacino di Gubbio dal punto di vista della sismologia storica non è mai stato realizzata. L’ultimo forte terremoto locale risale a trent’anni fa e da un anno o più l’area è sede di attività sismica costante e abbastanza significativa. In questo contesto si è avviata una collaborazione tra sismologi storici e cultori di storia eugubina per la realizzazione di uno studio che ha lo scopo di migliorare la definizione delle caratteristiche della sismicità d’interesse per Gubbio e il suo territorio, aggiornando le conoscenze sulla storia sismica dell’area. I risultati della ricerca sono sorprendenti. La storia sismica di Gubbio ricavabile dal Database Macrosismico Italiano 2011 contiene rilevazioni di 56 terremoti compresi tra l’anno Mille e il 2006, di cui 13 al di sopra della soglia del danno e 12 di non avvertimento. Grazie all’analisi dei dati raccolti, il numero di osservazioni macrosismiche disponibili per la città di Gubbio viene triplicato. Il caso Gubbio è la dimostrazione che le possibilità di miglioramento delle conoscenze sulla storia sismica del Paese sono ancora enormi. Ne consegue, ai fini delle valutazioni di pericolosità sismica, che sarebbe opportuno investire in maniera non marginale nella ricerca storica sui terremoti ».