Continuano le polemiche intorno al tema rifiuti in Umbria: l'ultimo capitolo in ordine di tempo riguarda l'aumento diffuso della Tari, che arriva anche ad un +30% su diversi comuni.
A Perugia, ad esempio, è bufera su Gesenu e Comune in merito ai pesanti ed ingiustificati aumenti della tariffa. Con casi eclatanti, come quello nella frazione perugina di Prepo dove si registra addirittura la presenza di un utente che da anni paga il servizio, pur non essendo la sua abitazione servita dai cassonetti.
Paradossi che aumentano se si gira lo sguardo anche in altri territori regionali: nel comune umbro di Montecastrilli, ad esempio, nonostante il virtuosismo da record sulla differenziata (72,4 % nel 2016), si prevede ugualmente un aumento del 30% della bolletta Tari in un anno.
Casi emblematici che registrano una più generale mancanza di chiarezza e trasparenza da parte delle società che gestiscono i servizi, come anche rileva anche il presidente di Adiconsum Francesco Ferroni.
Quest'ultimo, oltre a sottolineare che tale situazione non trova riscontro con altri giganti delle utenze quali Umbra Acque ed Enel, propone provocatoriamente agli utenti di contrastare il grave disagio pagando le bollette Tari nelle quattro rate possibili, non nella rata unica di giugno, trattenendo il 10% dell'aumento. Una sorta di protesta civica che però rischierebbe di creare un effetto domino negativo sui conti.
Sul tema si è espressa anche l'Auri, l'autorità unica regionale sui rifiuti che rappresenta i 92 Comuni dell'Umbria. In questo caso è stata all'Arera (Autorità nazionale energia-gas-servizio idrico e rifiuti) di attivare la procedura finalizzata a dichiarare inefficace la clausola contrattuale che sancisce premialità ai gestori superata la soglia obiettivo della raccolta differenziata, poiché contraria al decreto 158/1999 che non prevede affatto che un risparmio di costo si traduca, anziché in un beneficio per il cittadino a livello tariffario, in un premio per il gestore a carico della Tari.
Insomma il caos rimane con l'enorme punto interrogativo della chiusura del ciclo rifiuti. Su cui nessuno, dalla Regione all'AURI, ha ancora preso posizione definitiva.
Perugia
17/04/2018 12:51
Redazione