"Guardando agli ultimi dati dell'Osservatorio della Cgil nazionale sull'andamento della cassa integrazione, la fuoriuscita dalla crisi indicata da piu' parti non si vede. Anzi, l'Umbria risulta essere, nel 2013 la prima regione per l'aumento del numero di aziende che hanno fatto ricorso ai decreti di concessione della Cigs, +66,67%". E' quanto affermano - in un comunicato congiunto - il segretario generale della Cgil dell'Umbria, Mario Bravi, e la segretaria regionale Lucia Rossi.
"I dati complessivi dell'anno che si e' chiuso - proseguono, nel comunicato diffuso dall'ufficio stampa della Cgil - ci dicono che sono calate le ore (richieste e autorizzate) di cassa integrazione ordinaria -8,29% e quelle di cassa integrazione in deroga -66,27%, mentre e' aumentato, come detto, il ricorso alla cassa integrazione straordinaria, +34,91% di ore autorizzate". Secondo Bravi e Rossi, "questo dato complessivo dimostra l'inasprirsi della crisi, perche' la deroga diminuisce non per carenza di domanda, ma per una drammatica riduzione delle risorse a disposizione. D'altro canto, la ordinaria diminuisce perche' prevalgono le chiusure rispetto alle ristrutturazioni. Infatti, si contrae nel suo complesso la copertura degli ammortizzatori sociali, mentre aumentano fortemente le richieste di disoccupazione (+32,5%)".
I lavoratori che si trovano in cassa integrazione in Umbria sono comunque moltissimi, 17.718 secondo i dati dell'Osservatorio Cgil, ma a questi vanno aggiunti i circa 8mila lavoratori non coperti dalla Cig in deroga, superando cosi' la cifra complessiva di 25 mila.
"Questi dati, molto pesanti - e' detto ancora nel comunicato - dimostrano l'esigenza di un cambiamento profondo delle politiche economiche e sociali. Per questo la Cgil ha lanciato da tempo una 'vertenza Umbria', con la richiesta di mettere al centro
delle politiche della nostra regione e del Paese un vero piano del lavoro in Italia e in Umbria, non solo declamato ma praticato nei fatti. Questa e' la vera emergenza e la vera priorita' della nostra regione e su questo pretendiamo risposte dal governo nazionale, dalle istituzioni locali, dalle imprese e dalle loro associazioni".
Perugia
17/01/2014 14:34
Redazione