Nell’ambito della mostra “Made in Gubbio”, in corso fino al 28 settembre al MUAM di Gubbio, un nuovo appuntamento di approfondimento in programma per il 12 settembre, alle ore 18, sul tema "Maestri del Legno, Maestri del Tempo. La rinascita dello Studiolo”. Si tratta dell’incontro con l’azienda Minelli Restauratori che ne ha curato l’impresa artigianale della replica dello Studiolo di Federico da Montefeltro. L'originale è oggi custodito al Metropolitan Museum di New York. Lo studiolo di Gubbio fu fatto allestire da Federico da Montefeltro tra 1472 e 1480 circa, poco dopo la costruzione del Palazzo Ducale, pre creare uno spazio intimo dedicato allo studio, alla lettura e alla riflessione. Il progetto fu ideato dal senese Francesco di Giorgio Martini, che supervisionò la realizzazione operata dalla bottega fiorentina di Giuliano da Maiano (e probabilmente anche suo fratello Benedetto). L’ambiente, piccolo ma solennemente concepito, era rivestito con legni pregiati (noce, pero, acero, quercia, palissandro, e altri) utilizzati nelle tarsie per creare effetti illusionistici, rappresentando oggetti quotidiani e simboli araldici con grande realismo. Le tarsie raffigurano oggetti come strumenti musicali, scientifici, libri aperti, simboli araldici come l’ermellino, lo struzzo con lancia, la gru con la pietra, lingue di fuoco con monogrammi di Federico, spesso accompagnati da iscrizioni latine che rimandano alla virtù, alla vigilanza e all’integrità. Nel 1874, lo studiolo fu smontato e venduto al principe Filippo Massimo Lancellotti, che lo portò nella sua villa a Frascati. Fu poi ceduto a un mercante d’arte e nel 1939 acquistato dal Metropolitan Museum di New York, dove venne ricostruito fra il 1939 e 1941. A Gubbio, nel 2009, è stata realizzata una pregevole replica dello studiolo, grazie a un progetto che durò sette anni, commissionato alla ditta Minelli. La ricostruzione si basa su una documentazione rigorosa, utilizzando legni stagionati (alcuni antichi oltre 300 anni), strumenti tradizionali da ebanisteria rinascimentale e il rispetto della tecnica originale. Lo studiolo era un ambiente tipico del Quattrocento italiano: uno spazio riservato, riflessivo, decorato con simboli del sapere (libri, strumenti, figure classiche), a rappresentare status culturale e virtù. Federico commissionò uno studiolo anche nel Palazzo di Urbino (1473 1476), più celebrativo e monumentale, mentre quello di Gubbio esprimeva un carattere più meditativo e personale.
Fino al 28 settembre proseguirà al MUAM la mostra Made in Gubbio con trenta artigiani del territorio a presentare le loro opere. Il filo conduttore della mostra sono le persone, gli artigiani. Le loro mani, la loro esperienza, la saggezza. Per renderli ancora più protagonisti saranno i loro volti, ritratti dal fotografo Daniele La Monaca, ad accompagnare il percorso della mostra. Non solo: per esaltare le maestranze artigianali del territorio, i visitatori potranno portare con sé un ricordo di questa esperienza grazie ai souvenir unici, realizzati a mano dagli stessi artigiani protagonisti della mostra. Inoltre, durante tutto il periodo espositivo, il MUAM si animerà con eventi, incontri, dimostrazioni e laboratori: una serie di momenti speciali in cui approfondire, condividere, emozionarsi. Un invito ad avvicinarsi, a scoprire, a sentire Gubbio con occhi nuovi.
Gubbio/Gualdo Tadino
08/09/2025 13:13
Redazione