C'era il grande pubblico sabato alla Sala Trecentesca di Palazzo Pretorio a Gubbio, per la cerimonia di assegnazione del ‘Premio Bandiera di Gubbio’ anno 2017, attribuito quest’anno alla LUMSA – Libera Università Maria Santissima Assunta nella persona del Cardinale Giovanni Lajolo (presidente del Consiglio di Amministrazione), e all’attore e conduttore Flavio Insinna per oltre 6 anni cittadino d'adozione con le prime 5 serie di "Don Matteo" che lo hanno visto protagonista e residente speciale in città.
Applausi e in particolare una vera "dichiarazione d'amore" alla città da parte del conduttore romano, durante un'irresistibile monologo con cui ha commentato il premio per il quale relatore è stato l’amico e produttore cinematografico Alessandro Passadore.
Ad introdurre la serata - condotta da Ubaldo Gini e Paola Salciarini - è stato il saluto del presidente onorario del gruppo Sbandieratori, Giuseppe Sebastiani e del sindaco di Gubbio, Filippo Stirati.
Sebastiani ha ricordato il significato del premio Bandiera (al suo 32mo anno) come "omaggio degli Sbandieratrori alla città e a chi in qualsiasi ambito, ha contribuito ad arricchirne fama e spessore culturale". Stirati ha evidenziato il grande binomio dei premiati di quest'anno, da "un amico vero della città che in tante occasione ne ha esaltato il fascino" come Flavio Insinna (Stirati ha ricordato che in veste di assessore alla Cultura fu praticamente il primo a conoscere la proposta della Lux Vide di ambientare la fiction Don Matteo a Gubbio) al ritorno di una "istituzione di grande prestigio, tradizione e rilievo come la Lumsa, in quella che è la sua città natale".
Ma ben presto la scena l'ha catturata Flavio Insinna, introdotto da Passatore. Passatore: "Il mio primo lavoro da produttore è stato a Gubbio, un incontro che ha cambiato la mia vita professionale" ha confidato al microfono Passadore, che ha aggiunto, "insieme a Flavio siamo un gruppo di 5/6 persone che ogni tanto torniamo a Gubbio perché è rimasta un riferimento per tutti noi". Il produttore ha ricordato che una volta girata la prima serie di "Don Matteo", la Rai non sapeva se mandarla in onda. "Era un'incognita, c'era un attore che da anni non calcava più le scene come Terence Hill, un allora sconosciuto Insinna, non c'erano attrici di grido: insomma una scommessa, che oggi alla 12ma serie fa di "Don Matteo" la seconda fiction più vista dopo Montalbano".
E su Flavio ha aggiunto: "E' tra le persone più intense e generose che conosca insieme a Oldoini, primo regista della serie". Applausi scroscianti per Insinna, che a Gubbio ha mantenuto amicizie vere (come i Pietro e Paolo ricordati dallo stesso, ovvero il fotografo Pietro Biraschi e il location manager Paolo Salciarini): "Siamo tutti sotto lo stesso cero - ha esordito con una frase tipicamente eugubina - Era il 1998 quando abbiamo iniziato. Sono tornato dopo 10 anni. Quello che è successo qua è come il jolly di Giochi senza frontiere. La protagonista era Gubbio, le vostre vie, a me è sempre piaciuta. Siamo entrati in tutte le case, accolti bene ma anche studiati bene. Quando la televisione arriva in provincia, si sbarca come Cristoforo Colombo. Invece gli eugubini ci hanno studiato. Ce lo siamo dovuti guadagnare il loro affetto e la fiducia. Ma se si sono girate 8 serie qui c'era un feeling speciale. Per questo essere ricordati dopo 20 anni è ancora più bello" ha aggiunto.
"Noi cambiamo. Questo posto resta uguale - ha concluso Insinna - E ti accorgi che l'unico a cambiare sei tu". Il conduttore e attore romano ha poi letto una poesia ("I mattini di allora") che gli ricordava Gubbio chiudendo con una gustosa gag: ha mostrato una maglietta con la scritta "Lasceme gi che c'ho da fa", che tuttora conserva gelosamente nell'armadio. "Ogni volta che mi inviterete, a chi mi dovesse trattenere, risponderò con questa frase: Lasceme gì che c'ho da fa... a Gubbio!".
L'atmosfera si è fatta poi più composta nella seconda parte con la consegna del riconoscimento al Cardinale Lajolo, che ha ritirato per conto della Università Lumsa, premiata con la motivazione ‘ Piedistallo di dignità per la Città intera, generatore di speranza per il Futuro’, relatore il vice Rettore .
Il riconoscimento ‘Premio Bandiera’, organizzato con successo crescente da oltre 30 anni, è promosso e organizzato dal Comune e dal Gruppo Sbandieratori, che lo ideò nel 1986 con l’intento di legare l’arte e la maestria della bandiera con i simboli impressi nei vessilli, all’immagine di Gubbio e alla promozione della cultura e delle millenarie tradizioni di libertà e di pace. Ha visto avvicendarsi personalità legate alla città di Gubbio che si sono contraddistinte nel loro campo professionale o che per il loro ruolo hanno meritato un particolare riconoscimento da parte della città stessa. Il Premio simboleggia la gratitudine verso le origini, verso l’antica terra degli umbri che ispira l’arte espressa dalle mani dei “bandieranti”, energia iniziale e prezioso veicolo di scambio e contatti con altri Paesi. Il ‘Gruppo Sbandieratori’ esprime, con slancio e passione, un impegno volontario nella promozione della cultura e dell'arte, perpetuando il secolare gioco della bandiera in tutte le espressioni folcloristiche, tradizionali e sportive. Il premio e le personalità premiate rappresentano, dunque, un modo di vivere al servizio della comunità. Sono stati insigniti negli anni e sono iscritti nell’albo d’oro, tra gli altri, Luca Ronconi, Ettore Bernabei, il giudice Giulio Prosperetti, il cardinale Oscar Andrés Rodríguez Maradiaga, Paolo De Andreis, Terence Hill, Brunello Cucinelli, l'ambasciatore Daniele Mancini.
Gubbio/Gualdo Tadino
19/03/2018 10:06
Redazione