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"Divertirsi è un diritto", lo dice il giudice

Singolare sentenza emessa dal giudice di pace di Perugia che include tra i diritti della persona anche il divertimento, riconoscendo ad una famiglia di vacanzieri folignati un risarcimento di 500 euro per la vacanza sfumata.
Conoscevamo il diritto al lavoro, alla salute, all’istruzione. Ma il diritto al divertimento, sancito legalmente, proprio no. Eppure parrebbe che nel novero dei diritti della persona sia da includere anch’esso, il sacrosanto diritto di staccare la spina, come una formula linguistica abusata definisce l’ozio condito dallo svago. Che il divertimento sia un diritto lo ha stabilito il giudice di pace di Perugina dottor Vincenzo Quintieri che nella sentenza emessa nel mese di gennaio ha ritenuto che la famiglia di vacanzieri folignati cui era stata offerta una sistemazione alberghiera alternativa a quella prescelta pregiudicava a tal puntop la “legittima aspettativa di divertimento” della stessa da giustificare un risarcimento per il danno patito. Cinquecento euro più interessi legali: a tanto ammonta l’indennizzo da mancato divertimento previsto dal giudice. Oggetto del procedimento civile un pacchetto vacanza comprensivo di viaggio aereo e sistemazione in un prestigiosissimo resort a Sharm-el- Sheik, prenotato on line dagli sfortunati vacanzieri. Che per poter godere delle acque cristalline egiziane in una location dotata di ogni comfort e accuratamente scelta nel mare magnum delle offerte turistiche non avevano esitato a corrispondere la cifra richiesta dal tour operator (vale a dire 2.279, 50 euro, non un centesimo di meno), somma versata tramite un tempestivo bonifico bancario. La doccia scozzese era arrivata dopo poche ore quando la società aveva comunicato all’acquirente l’impossibilità di confermare la prenotazione offrendo contestualmente un soggiorno alternativo. Tutto sistemato? Niente affatto. I vacanzieri esigenti hanno decisamente declinato la permuta sostenendo che la struttura alberghiera scelta in precedenza non era solamente un elemento essenziale ma addirittura decisivo per la conclusione del contratto. Tesi confermata dalla magistratura perugina che ha ritenuto sussistente tra gli obblighi contrattuali dell’agenzia viaggi quello di far trascorrere al suo cliente le vacanze così come lui aveva prospettato e promesso alla famiglia. Come a dire: che vacanza sia. Alessandra Cristofani

07/07/2006 19:24
Redazione
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