Dopo 22 anni, 259 episodi è arrivato l'ultimo ciak per Terence Hill che dal lontano 7 gennaio 2000 veste i panni di Don Matteo, il celebre sacerdote detective in bicicletta che con garbo, acume, umorismo e intraprendenza risolve i casi criminali in cui volendo o nolendo si trova coinvolto, affiancato dal maresciallo Cecchini, interpretato da Nino Frassica. Terence Hill, nato a Venezia nel 1939, originario di Amelia, dopo la prima fase della sua carriera legata al successo di alcuni titoli del genere spaghetti-western girati insieme all'amico Bud Spencer, con il nuovo millennio si cala negli abiti talari diventando il parroco della chiesa di San Giovanni Battista di Gubbio, città che per undici anni e otto stagioni ha fatto da sfondo alla fiction di Rai Uno prodotta da Lux Vide. Nel 2014 per la nona stagione, il trasferimento a Spoleto, dove lo scorso 18 settembre Terence ha dato il proprio addio, o forse un meno triste arrivederci alla serie dei record, scendendo dalla bici e lasciando spazio a Raoul Bova. Quest'ultimo sarà Don Massimo che senza tonaca, su una due ruote diversa, cercherà di indagare sulla sparizione di Don Matteo, misteriorsamente svanito nel nulla. La dodicesima stagione della fiction, con Terence Hill e Nino Frassica, aveva chiuso consegnando a Rai1 ben 7 milioni 300 mila telespettatori e il 26,4% di share. La tredicesima si apre con entusiasmo ma anche con il dispiacere di tanti spettatori per la mancanza dal set di uno dei personaggi più amati e longevi della tv italiana. "E' vero, Terence ci lascia - ha detto il produttore Luca Bernabei - ma vogliamo interpretare questa frase non in senso negativo, anzi positivo. Vogliamo pensare all'eredità che Terence ci lascia in termini di dedizione, fedeltà e di amore per Don Matteo e per tutti i telespettatori che in questi ventianni ci hanno seguito. Oggi dobbiamo essere all'altezza del mito che non ci lascia, ma come un padre ci guarda da lontano e ci osserva crescere. Consapevoli dell'eredità di Terence, abbiamo il dovere di impegnarci ancora di più e di portarla avanti con la massima dedizione e responsabilità. Lo dobbiamo ai milioni di italiani che guardano la serie e a Terence".