"Gubbio cultura" cambia statuto: è bagarre in Consiglio comunale

La "Gubbio Cultura srl" è diventata "Gubbio Cultura e multiservizi srl". Invariato l'intero capitale pubblico ma diversa la ragione sociale per cui oltre a gestire il museo del Palazzo dei Consoli potrà operare anche come una società di servizi. Modifica proposta dalla maggioranza e illustrata lunedì in consiglio dall'assessore Ercoli. "E' il primo passo per uno studio di fattibilità - ha detto quest'ultima - Poi il parere dei revisori dei conti, il passaggio in commissione ed in consiglio comunale". Tra i servizi ipotizzati si va dalla farmacia comunale agli ascensori pubblici. Intanto, però, la variazione dello statuto e della ragione sociale non ha trovato d'accordo le opposizioni: "I revisori dei conti non sono stati contattati" ha rilevato Biancarelli, " passaggio necessario trattandosi di partecipazione in società di capitali. Inoltre - conclude il diessino - nessun passaggio in commissione e ci si chiede di votare senza capire che cosa andrà a fare questa centro servizi". Critiche analoghe da Barboni, Chiocci e Andresini. Da qui la richiesta formale firmata da tutti i consiglieri di minoranza di verificare la legittimità del funzionamento della società a totale capitale comunale. "E' vero - scrivono - che la società costituisce un aggravio di spesa per il bilancio comunale? ". E sulle assunzioni. "E' vero - scrivono- che vari dipendenti sono assunti a tempo indeterminato senza aver seguito nessuna procedura di evidenza pubblica?". Gia mesi fa a proposito della "Gubbio cultura" si era discusso sui criteri di assunzione e sulla necessità di tutelare sì le persone già inserite ma nel contempo di indire un pubblico concorso per arrivare ad una graduatoria, come in qualsiasi ufficio pubblico, a cui "Gubbio Cultura" è equiparata. E il presidente Enrico Viola ha spiegato: 12 i dipendenti, tutte donne, 3 all'archivio storico con contratto a progetto, 9 al museo 7 delle quali con contratto a tempo indeterminato e 2 a progetto ( tra queste anche il consigliere comunale Catia Mariani che nella prima seduta si era trovata ad essere additata per incompatibilità, poi dichiarata non esistente). Ma è il terzo punto del documento il nocciolo della questione. "E' vero - scrivono ancora le minoranze - che questa novità è soltanto un escamotage per eludere le regole sul patto di stabilità?". Nel bilancio di previsione 2006 infatti il patto di stabilità risulta non rispettato per 700 mila euro. Dunque le opposizioni vedono in questa operazione una mossa per escludere dai capitoli di bilancio voci per servizi esternalizzati in "Gubbio Cultura".