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"Le Comunità montane devono diventare istituzioni di progetto", parola dell'assessore Sborzacchi

"Montagne e spazio rurale come fattori di un nuovo sviluppo per la regione" secondo l'assessore dell'ente Luca Sborzacchi.
"Anche in Umbria negli ultimi 50 anni si sono manifestati rilevanti fenomeni di espansione delle aree urbane, a cui è corrisposto il progressivo abbandono della montagna e dei territori rurali meno accessibili". Prende posizione nel dibattito sul ruolo degli enti montani l'assessore della comunità Umbria Nord, Luca Sborzacchi. "Questa polarizzazione territoriale dello sviluppo - prosegue - ha raggiunto dimensioni che generano ormai costi economici, ambientali e sociali sempre più pesanti. E’ arrivato il momento di invertire questo processo, facendo della montagna e dello spazio rurale i fattori di un nuovo sviluppo della nostra regione. La strategia di riequlibrio territoriale dello sviluppo non può più essere attuata con le tradizionali logiche di sostegno ai territori in difficoltà. Si tratta, invece, di guardare alla montagna e allo spazio rurale come straordinarie risorse per il rilancio di processi di crescita basati sulle filiere più innovative e promettenti anche dal punto di vista economico. Basti pensare alla produzione di energia da fonti rinnovabili (idroelettrico, solare, bio-masse, eolico, eccetera), alla riduzione di emissioni di CO2, alle produzioni alimentari tipiche e biologiche, al turismo culturale e naturalistico, alla bio-edilizia, ai sistemi di trasporto sostenibile, allo sviluppo intensivo di servizi alle persone e alle imprese basati sulle nuove tecnologie dell’informazione e della comunicazione. Queste attività produttive possono trovare nella montagna e nello spazio rurale i territori ideali per crescere, contribuendo in questo modo a rilanciare l’Umbria sulle frontiere più avanzate dell’innovazione e dello sviluppo sostenibile. Questo significa, perciò, un cambiamento di prospettiva nel guardare al ruolo della montagna e dello spazio rurale. Da aree marginali, a località centrali di un nuovo modello di sviluppo. Da luoghi di abbandono, a nuovi spazi di opportunità economica e sociale. Da condizioni di arretratezza che chiedono compensazioni economiche, a fattori di modernizzazione in grado di produrre servizi di mercato a domanda pagante. Da modelli insediativi in concorrenza con i sistemi urbani e metropolitani, alle complementarità ambientali, energetiche, sociali. L’Umbria sta affrontando tali trasformazioni anche attraverso la riforma delle proprie istituzioni. Il “federalismo” fiscale e nuovi livelli di “sussidiarietà” tra regione e territori sono oggi tema centrale nell’agenda di qualsiasi livello di governo. Non c’è infatti contraddizione tra modernità, sviluppo di funzioni urbane e cura del territorio “montano e rurale”. Anzi, proprio per il valore strategico di questa componente rilevante della nostra regione, proprio per la centralità futura del modello di “Comunità Sostenibile e Sicura”, i piccoli comuni e le Comunità montane devono essere messi in grado di diventare da enti locali di distribuzione (centro di costo dello stato nazionale) ad Istituzioni di progetto (centri di profitto), agenzie di sviluppo, capaci di elaborare programmi di investimento autonomi.

10/07/2009 10:38
Redazione
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