Umbertide cambia, per bocca del presidente dell’Associazione Gianni Codovini, fa luce sulle recenti polemiche riguardanti il Centro islamico ad Umbertide, precisando che «La vicenda in Consiglio regionale sulla moratoria “alla costruzione o all’apertura di nuovi centri islamici e di nuove Moschee”, che impegna la Giunta regionale ad attivarsi presso il Governo, non solo è il solito escamotage che copre il ritardo colpevole del Legislatore regionale, ma non c’entra niente con la vicenda umbertidese. Qui una Moschea-Centro islamico già c’è, come l’enorme costruzione che è sotto lo sguardo impotente dei cittadini. Dunque, non facciamo demagogia - peraltro postuma - che porta solo acqua alla retorica del populismo, piuttosto concentriamoci sui fatti e la realtà concreta, da buoni riformisti. Cosa possiamo fare ora per evitare ulteriori danni e come dobbiamo relazionarci con la Moschea-Centro islamico?».
Codovini, insieme ai consiglieri di Umbertide cambia Conti, Faloci e Orazi, ricordano che sono «non solo il primo gruppo che ha sollevato formalmente la questione sulla trasparenza e sulla controversa procedura amministrativa della costruzione del Centro islamico, iniziata peraltro con la Giunta dell’onorevole Giulietti nel marzo 2011, ma sono anche il solo gruppo che ha presentato una proposta organica, ancora bloccata in Consiglio, sui rapporti tra Centro islamico e città.».
Gli esponenti di Umbertide cambia vanno al cuore del problema: «Pur continuando a evidenziare le criticità di una procedura amministrativa che non ci convince del tutto e che dimostra come l’Amministrazione comunale abbia preso accordi con l’Associazione culturale Islamica, ma si sia ben guardata dal partecipare le scelte con il Consiglio Comunale e con i cittadini, bisogna però pensare all’oggi e al futuro. In particolare, l’Amministrazione e il Centro islamico debbono ancora dare risposta concreta alle seguenti questioni: una convenzione di garanzia con il Centro culturale islamico utile a definire controlli e finalità dello stesso; una seria procedura per capire la tracciabilità dei pagamenti da parte dell’Associazione islamica; un protocollo che stabilisca le condizioni di una collaborazione preventiva con le forze dell’ordine; reali e serie azioni di conformità dell’Associazione islamica ai valori costituzionali. Infine: un controllo delle presenze dei cittadini stranieri, evitando che si moltiplichino e che ci siano situazioni di irregolarità. Le dichiarazioni generiche non bastano più. Occorre tenere insieme diritti, doveri, opportunità responsabilità, sicurezza. Guardando al bene comune».
Città di Castello/Umbertide
08/08/2016 12:52
Redazione