A "Trg Plus" l'avv. Caparvi difensore dei folignati arrestati: "Sono le vittime della gang!".

I passamontagna del Ros e sirene nella notte, volti coperti e una processione interminabile di arrestati, che alla fine saranno ben 57: ecco le immagini che hanno scosso l’Umbria, risvegliatasi il 14 febbraio dopo l’operazione antimafia ‘Naos’ con una nuova consapevolezza: quella di dover fare i conti con infiltrazioni camorristiche e di ndrangheta. La verde Umbria, la serafica Umbria si svela dunque nel suo volto più nascosto, quello prestato ad un presunto sodalizio mafioso legato al clan camorristico campano dei 'Casalesi' e alla cosca della 'ndrangheta Morabito-Palamara-Bruzzaniti. Proprio in quella giornata anche Foligno subisce un brusco risveglio, con tre arresti nel suo comune ed uno in quel di Spello. A Foligno in manette finiscono tre imprenditori folignati Renato ed Emanuele Ansuini e Rufino Valeri, commerciante del centro storico. Dunque la Mafia ha penetrato anche il tessuto sociale cittadino? Claudio Caparvi, legale dei tre folignati spiega: “I miei assistiti taglieggiati dall’associazione malavitosa sono ora in prigione con le medesime accuse a carico dei propri taglieggiatori” Taglieggiamenti la cui esistenza nel caso di uno dei due fratelli Ansuini troverebbe conferma –secondo la difesa del folignate- anche nell’udienza preliminare fissata a Perugia il 14 maggio 2008 contro il campano residente a Maceratola Pasquale Magliulo e Luigi Musto, al banco degli imputati per aver incendiato due autovetture nel novembre 2005 al fine di costringere Ansuini a far entrare Magliulo in società con lui nella titolarità e gestione di alcuni immobili in Sardegna. Insomma: una storia di minacce e violenza, secondo Caparvi cominciata con il sisma del 97. Il terremoto che distrusse case e certezze, chiese e antichi palazzi ha dunque minato anche il tessuto sociale umbro ed ora c’è una nuova insidiosa, strisciante realtà con cui fare i conti: quella delle Mafie, inedita afflizione del cuore verde d’Italia.