Ospite lunedì sera nella trasmissione sportiva Fuorigioco, l'ex terzino tra le altre di Sansepolcro, Perugia e Gubbio, Italo Franceschini oggi una vita professionale al di fuori del calcio, ma attento osservatore dello sport che lo ha portato a calcare campi di Interregionale ma anche professionistici. Con lui inevitabile non parlare di Sansepolcro-Gubbio, a meno di una settimana dal derby:
“Il cuore è diviso, non posso dimenticare Gubbio che mi è rimasta nel cuore, come città, spessore dei tifosi e come squadra, tifo i rossoblù anche se negli ultimi ani sono venuto raramente allo stadio. Ma dall'altra non posso dimenticare nemmeno l'esperienza di due anni, anzi, in erelatà di un anno e mezzo per via dell'infortunio dopo il quale ho deciso di chiudere la mia carriera. Quindi che vinca il migliore, augurando ad entrambe di raggiungere i rispettivi obiettivi: il Gubbio di tornare in Lega Pro, il Sansepolcro di centrare la salvezza”. Partiamo allora dal Gubbio, lei lo ha visto all'opera contro il Montecatini, che impressione le ha fatto? “Un buon Gubbio, soprattutto nel primo tempo. Qualcosa in meno nella seconda frazione di gioco dove forse è subentrata paradossalmente un po' di paura nel gestire la gara o nel chiuderla definitivamente, forse magari anche per una condizione fisica non eccellente, è venuta a mancare complessivamente nella squadra. Il Montecatini però era un avversario di tutto rispetto e la vittoria era troppo importante per restare agganciati al treno che conduce alla vetta, quindi complessivamente prova buona e vittoria meritata, avanti così”. E' una Serie D tutta diversa da quella in cui lei ha giocato non trova? “Decisamente si, innanzitutto si da molta più importanza e visibilità ai giovani e proprio qui sta l'ago della bilancia: se hai 4 o cinque giovani buoni che sanno calarsi in questa categoria e magari anche farti la differenza, sei a posto, quasi certamente taglierai il traguardo prefissato, altrimenti diventa molto più dura. Non sono molto d'accordo con questa regola, ma ormai ci si deve adeguare e quindi adattarsi nel migliore dei modi possibili. Basti guardare oggi, il portiere dl Montecatini se non sbaglio era un classe '98, e un errore in occasione della prima segnatura di Ferri Marini ha spianato il successo ai rossoblù”.
Il Sansepolcro è quest'anno in difficoltà, al suo amico Becci cosa dice? “Non devo dire nulla sa benissimo cosa deve fare. Quando parlo di Sansepolcro mi vengono in mente tanti bei ricordi, specialmente la mia prima stagione, quell'anno solo la penalizzazione ci impedì di conqustare la vottoria del campionato e una storica promozione in Serie C2, avevamo un gruppo molto forte ed unito, fatto di giocatori molto interessanti, avremmo meritato quel titolo. Io penso che negli anni sia quello il grande rimpianto del Sansepolcro, l'occasione persa in cui si poteva fare il definitivo salto di qualità, purtroppo non è stato così. Oggi vivono una situazione di difficoltà anche se la stagione so che è nata sotto una cattiva stella, tanti pali presi che avrebbero potuto essere gol, un Essoussi frenato da qualche problema fisico di tropp, oltre ad altri giocatori che per la stessa motivazione non hanno potuto rendere al massimo. Difficile fare una previsione ma spero che alla fine la squadra di Mezzanotti si salvi”. Diceva un gruppo fantastico si cui faceva parte oltre a Giuseppe Magi, anche PierFrancesco Battistini che ora guida il Foligno, un 2016 nero fino ad ora intervallato dal pareggio con il Gavorrano, i falchetti tuttavia ora sono fuori dalla lotta per la vittoria finale come la vede da fuori? “Sono convinto che Pierfrancesco sia ingrado di dare stabilità all'ambiente e riportare il Foligno in posizioni più congrue della classifica. Oltre che un ex compagno di squadra ed un amico, penso sia un allenatore che non ha nulla da invidiare ad altri nella categoria avendo anche allenato nei professionisti. Poi giudicare una situazione del Foligno su cui sono poco informato avrebbe poco senso”. Infine il campionato, tante toscane con le umbre chiamate a farsi valere, che torneo vede? “Un torneo con tanto equilibrio anche se affrontare le toscane non è mai semplice. Anche perchè al di la di quello che si possa pensare, differentemente da quanto accade in altre regioni d'Italia compresa l'Umbria, tengono molto ad aiutarsi una volta raggiunti gli obiettivi: a meno che non si tratti di una rivalità storica forte, le altre non dico che vendano le partite ma di certo non giocherebbero per puntare a tutti i costi alla vittoria finale pur di non far raggiungere un determinato obiettivo ad un'altra squadra. E questo può essere un fatore da mettere nel conto”.
Gubbio/Gualdo Tadino
09/02/2016 12:00
Redazione