"Non ha purtroppo tenuto conto di alcuna delle indicazioni e dei suggerimenti che avevamo inviato durante i lavori preparatori [...] La legge (ndr) introduce invece un precedente gravissimo, un sostanziale esproprio da parte della amministrazione Regione Umbria di tutte le facoltà connesse alla proprietà collettiva, ai danni dell’ambiente e delle comunità residenti, in totale spregio delle normative nazionali" interviene in una nota in merito alla nuova legge regionale sulle acque minerali il Coordinamento regionale dei Domini Collettivi Umbri, costituitosi nel 2018, con l'intento di tutelare, unire e dare voce alla maggioranza degli enti rappresentativi delle comunità locali residenti che gestiscono e custodiscono i demani collettivi ed esercitano i diritti di uso civico
"Come Comunità Originarie abbiamo il dovere di gestire, tutelare e valorizzare per le generazioni future i demani collettivi che hanno in custodia, e non possiamo esimerci dalle azioni di tutela dei bacini idrici che ne sono parte vitale e integrante. Chi tutela tale aspetto? I corpi idrici contribuiscono enormente al mantenimento dell'ambiente e alla “Biodiversità”. La loro contrazione o loro scomparsa avrà gravi ripercussioni su tutto il territorio circostante cosa che è già ben visibile in alcuni ambiti dove sono scomparse sorgenti, torrenti e fiumi che alcuni dei quali hanno una ridotta portata d'acqua".
Nella nota gli scriventi del Coordinamento dichiarano che la "La nuova normativa regionale va ad inficiare il vincolo naturalistico e paesaggistico delle terre appartenenti alle Proprietà Collettive e su quelle gravate dai diritti di uso civico"e che con essa si comprometta la tutela ambientale a danno di tutti in quanto non è garantita la reimmissione delle acque.
In una riunione dello scorso 9 aprile tutte le Associazioni Agrarie "hanno deciso all’unanimità dei presenti, e loro malgrado, di intraprendere tutte quelle iniziative utili e necessarie, presso le dovute sedi, a far modificare la norma in questione e anche se possibile per la sua abrogazione. Riteniamo questa legge un atto grave, che va contro anche ai principi sanciti dall'art. 11 bis dello Statuto regionale e gli atti tutelativi che ci costringerà ad adottare sono una sconfitta per tutti ed uno spreco di risorse".
Perugia
14/04/2021 08:35
Redazione