Si è celebrata al Tribunale di Perugia la prima udienza di un processo che vede coinvolto un 48enne eugubino, accusato di aver aggredito un carabiniere della compagnia di Gubbio, puntandogli due coltelli alla gola. L'uomo era stato fermato a bordo della propria auto con un tasso alcolemico oltre il limite consentito. Inizialmente l'accusa formulata a suo carico dal pubblico ministero era quella di tentato omicidio. "Accusa che è stata derubricata dal giudice per le indagini preliminari - ha sottolineato l'avvocato Ubaldo Minelli, legale del 48enne - dal momento che il mio assistito aveva sì i coltelli, ma non ha mai manifestato l'intento omicidiario. Se avesse voluto, avrebbe potuto farlo". Il militare era stato aggredito alle spalle e solo grazie all'intervento del collega, rimasto ferito nella colluttazione, era riuscito a sottrarsi dall'aggressione del 48enne. Quest'ultimo ora dovrà rispondere di resistenza aggravata a pubblico ufficiale, lesioni aggravate dall'uso di armi e guida in stato di ebbrezza. Profondamente delusa la parte offesa, che con il proprio legale Francesca Pieri, si è costituita parte civile nel processo, chiedendo risarcimento. "Il mio assistito - riferisce l'avvocato Pieri - contesta fermamente la derubricazione del reato, in quanto frutto di una ricostruzione da parte del GIP del tutto superficiale rispetto a quanto avvenuto. Pur prendendo atto di tale realtà, continuerà a far valere attivamente, nel processo, le proprie ragioni per i reati contestati all'imputato, frutto di condotte che restano comunque gravissime anche a seguito della derubricazione". Il 26 gennaio 2024 si terrà la prossima udienza con la discussione e probabilmente la sentenza, dal momento che è stato accolto il rito abbreviato. Il reato di resistenza a pubblico ufficiale è punito con la reclusione da sei mesi a cinque anni.