Eccoci al consueto appuntamento con il relax. Bussola puntata, questa volta, in direzione di Sassovivo, alla scoperta dell’omonima Abbazia, incastonata in un paradisiaco territorio naturale. L’abbazia, fondata nella seconda metà dell’XI secolo riutilizzando una preesistente residenza fortificata, accoglie subito la Comunità monastica creata dall'abate Mainardo e acquisisce presto un vasto patrimonio immobiliare. Grazie all’appoggio del Papato che, a partire dal 1138, la esenta dalla giurisdizione vescovile e dal pagamento delle tasse ai Comuni, l’abbazia diventa in breve tempo un autorevole centro religioso tanto che all'inizio del '200 dipendono da Sassovivo, pensate, ben 92 monasteri, 41 chiese e 7 ospedali.Nella seconda metà del '400, passata ai Benedettini olivetani, l'abbazia comincia a decadere e nel 1860 viene soppressa e demanializzata. Ora è sede della Comunità Jesus Caritas di Padre Charles de Foucauld. Dal cortile superiore si entra nella chiesa, ricostruita dopo il terremoto del 1832, e attualmente oggetto di restauro dopo il sisma del 1997. Dall'atrio che precede la chiesa una porticina conduce al bellissimo chiostro romanico, opera del maestro romano Pietro de Maria, il cui nome compare con quello dell'abate nell'iscrizione in versi leonini sul lato sud. Dal chiostro, composto di 128 colonnine binate o a spirale, sorreggenti 58 archi a pieno centro e una solenne trabeazione classica con marmi colorati e due liste di mosaici decorati, si può accedere all'interno del Monastero dove è possibile ammirare resti della decorazione pittorica tra cui il refettorio, un’Ultima Cena, datata 1595, e i dormitori a volte di origine duecentesca. Al cortile si accede invece attraverso uno scalone seicentesco o mediante una scaletta interna dove si trova una Loggia, detta Del Paradiso, con frammenti di affreschi monocromi del primo Quattrocento. Proseguendo si incontra infine una loggia, costruita nel 1442 per proteggere una Cripta del secolo XI, detta cappella del beato Alano, opera residuale di Santa Maria del Vecchio (o della Valle), che rappresenta il primo nucleo edificato di Sassovivo. Da ultimo, chi, dopo aver visitato l’abbazia, volesse percorrere qualche metro alla ricerca di raccoglimento e silenzio per la meditazione, non avrebbe che l’imbarazzo della scelta. Una lecceta secolare di circa sette ettari circonda infatti l’intero complesso, come una specie di drappo verde, che accentua la bellezza incantata del luogo, un’oasi di armonia che al turista o al pellegrino lascia un ricordo infinitamente dolce, come una delicata e inattesa carezza.
03/01/2007 10:50
Redazione