Dopo oltre un lustro di contenziosi potrebbe esser arrivata la parola fine nel duello rusticono tra Rocchetta Spa e Comunanza Agraria Appennino-Gualdese sugli attingimenti idrici a Gualdo tadino. Con la sentenza pubblicata il 25 giugno, la quinta sezione del Consiglio di Stato ha difatti accolto gli appelli del Comune di Gualdo Tadino, Regione Umbria e Rocchetta SpA e, in parziale riforma del TAR, ha respinto il terzo e il quinto motivo proposto dalla Comunanza Agraria, quello della nullità o annullabilità della concessione originaria e degli atti di proroga successivi. Nello specifico si tratta del terzo motivo – che lamentava “la violazione dell’art. 12 l. 16 ottobre 1927, n. 1766 per aver disposto il mutamento di destinazione d’uso dei terreni gravati da uso civico in contrasto con le prescrizioni procedurali che assegnano alla sola Comunanza la possibilità di richiedere il mutamento della destinazione d’uso” – e del quinto – che contestava invece “la nullità o annullabilità dell’originaria concessione mineraria e degli atti di proroga successivi, anch’essi adottati in violazione delle norme imperative di cui alla l. n. 1766 del 1927”. I giudici amministrativi, dunque, hanno confermato la legittimità della proroga della concessione (in scadenza nel febbraio 2022) “per la coltivazione di sorgente di acqua minerale”, che di fatto Rocchetta ha sempre gestito da oltre 70 anni.
"E' una bellissima giornata per l'intera comunità - ha dichiarato il sindaco di Gualdo Tadino Massimiliano Presciutti - ora questa citta' ha di nuovo una grande opportunità".