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Boom dei tagliaboschi abusivi: allarme di Cna

Boom dei tagliaboschi abusivi: allarme di Cna che lamenta una situazione sempre peggiore nella provincia di Perugia dove operano circa 500 aziende regolari, ma che ora subiscono la concorrenza sleale di chi opera in nero.
Dilaga il fenomeno delle attività abusive nel settore delle imprese boschive umbre. La denuncia arriva dalla Federazione regionale tagliaboschi della Cna Umbria, che associa oltre 300 imprese. “Purtroppo – afferma il Presidente Giovanni Damaschi – dobbiamo constatare il costante aumento di operatori abusivi, per lo più doppiolavoristi e non iscritti alla Camera di Commercio, che impongono condizioni e prezzi insostenibili per le imprese regolari. Si tratta – prosegue Damaschi – di una concorrenza sleale che sta mettendo ko l’intero settore delle imprese boschive, ormai in crisi per il continuo dilagare di comportamenti irregolari che determinano danni all’ambiente, all’economia montana ed agli operatori onesti”. La diffusione del lavoro irregolare a basso grado di professionalità, prosegue la Federazione, determina inoltre un livello molto basso di sicurezza sul lavoro. Secondo le stime Inail il lavoro in bosco è quattro volte più pericoloso di altri lavori. “E’ ormai chiaro - aggiunge Damaschi - che servono misure urgenti per contrastare il dilagare del fenomeno e per accrescere il livello di professionalità delle imprese, poiché è sempre più difficile contribuire allo sviluppo economico del nostro territorio”. Del resto, secondo quanto rilevato da CNA, il confronto tra abusivi e tagliaboschi regolari è spesso impari. E’ necessario quindi scoraggiare il sommerso, favorendo la crescita di imprese che lavorano nel rispetto delle leggi, incrementando i controlli ed incentivando la compravendita di legna da ardere regolarmente fatturata. Tra le proposte della Federazione umbra anche una manovra tenaglia, mediante la riduzione al 4% dell’aliquota Iva sulla legna da ardere e la detraibilità fiscale delle fatture d’acquisto, allo scopo di allineare i prezzi degli operatori regolari a quelli degli abusivi ed incoraggiare l’acquirente ad esigere la fattura. “A fronte della costante crescita di prezzo dei prodotti petroliferi – continua Damaschi – l’incentivazione al consumo della legna da ardere consentirebbe inoltre di mettere in circolo risorse bloccate sul territorio, favorendo le economie locali delle aree svantaggiate, incrementandone l’autosufficienza energetica”. In Umbria - fa sapere la Federazione della Cna Umbria – operano circa 500 imprese; in rapporto alla popolazione il loro numero è decisamente superiore alla media nazionale. Ciò ha fatto sì che anche il lavoro di tagliaboschi potesse vedere riconosciuta sin da subito un’adeguata dignità e professionalità. “L’obiettivo che si è dato la Federazione sin dalla sua costituzione nel 1996 - puntualizza Damaschi - è stato proprio quello di qualificare i propri operatori, grazie all’introduzione, in accordo con la regione Umbria, di un regolamento e di un patentino che ne certifica le qualità professionali”. Un percorso decisamente positivo, tanto che è stato preso a modello da altre regioni, quali il Piemonte e la Liguria, ma non sufficiente. L’esperienza pilota , ribadisce la Federazione,ha determinato sì una maggiore sicurezza nella gestione dei boschi e nella loro vivibilità ma non ha attenuato il dilagare dell’abusivismo e l’irregolarità nel lavoro forestale. Permane ancora l’impiego di manodopera dequalificata, non adeguatamente equipaggiata, sottopagata o ingaggiata sovente senza un regolare contratto ed esposta per questo a gravi rischi di incidenti sul lavoro. Chiediamo pertanto – conclude Damaschi - agli organi competenti di tutelare chi lavora in regola e garantisce qualità e serietà, di applicare la normativa già esistente a favore dell’emersione e di effettuare controlli mirati per individuare quei soggetti che, svolgendo attività abusiva,creano un danno sia alle imprese del settore sia all’erario.

09/07/2008 11:57
Redazione
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