Bullismo, inchiesta nelle scuole

"A Gubbio il bullismo esiste, - dichiara il preside del Liceo classico "Mazzatinti" Dario Missaglia - più attenuato e contenuto rispetto ad altre realtà nazionali, ma esiste. Le autorità laiche, religiose e il Tribunale dei minori di Perugia hanno lanciato un allarme in questo senso in Umbria". Per la nostra indagine siamo entrati in un istituto superiore della città con l'intenzione di verificare la tesi della possibile simbiosi tra l'essere cool, letteralmente figo, e l'essere un bullo. La bellezza, il denaro, l'acchitarsi secondo la moda del momento, ci siamo chiesti, possono diventare nel tempo il simbolo di una superiorità caratteriale ostentata e il pretesto per abbandonarsi ad atti di violenza gratuiti? "La scuola non è più spettatrice passiva di fronte al fenomeno della violenza minorile - continua il preside Missaglia giudice onorario del tribunale dei minori di Roma - ma tende progressivamente ad assumere un ruolo di supplenza nei confronti della carenza educativa proveniente dal mondo degli adulti e dalle famiglie". Più tardi, nell'aula magna dell'istituto, abbiamo dialogato in maniera molto informale con gli studenti liceali dell'ultimo anno, distribuendo loro un questionario di sei domande campione da noi precedentemente formulato. I risultati sono stati davvero interessanti: i tre quarti dei ragazzi ha dimostrato di conoscere il significato della parola cool, descrivendo il bullismo come un fenomeno di costume. Maschi e femmine senza distinzione di sesso hanno per la maggior parte confermato la nostra tesi della simbiosi perfetta tra l'essere cool e l'essere un bullo. Pochi invece coloro che hanno risposto di conoscere lo scrittore americano Tom Wolfe, mente del new journalism e autore del romanzo generazionale "Io sono Charlotte Simmons" sul disagio dei teen-ager americani, mentre tra le ragazze è risultato popolarissimo Federico Moccia e il suo ultimo best seller "Tre metri sopra il cielo". Alla fine i ragazzi si sono lasciati andare a confessioni a cuore aperto sulle proprie esperienze personali. C'è stato chi ha raccontato di essere stato testimone oculare di atti di bullismo, chi di un piccolo incidente ai danni di uno studente delle classi inferiori, chi di essersi sentito emarginato per un diverso modo di pensare e d'agire rispetto a quello dei suoi coetanei. In questo contesto essere un bullo diventa un modo di rapportarsi alla realtà esterna, di vivere la vita, d'intendere i rapporti con i propri simili.