E' dedicata all'Ungheria la 45/a edizione del Festival delle Nazioni che comincia sabato prossimo a Città di Castello e si concluderà il 7 settembre. La scelta della nazione ospite è caduta quest'anno su una civiltà musicale variegata e complessa, strettamente intrecciata con le più importanti correnti della musica mitteleuropea e influenzata da echi balcanici e orientali. Il cartellone allestito dal direttore artistico, Aldo Sisillo, si muove tra la grande produzione sinfonica e le radici popolari, l'operetta e la musica di influenza turca, fino ai compositori contemporanei. Riflettori accesi anche sul cimbalom e sugli altri suggestivi strumenti della tradizione, quasi a fare da contraltare alle raffinate partiture di Liszt, Bartok e Kodaly. Ad interpretare queste pagine sono stati chiamati musicisti ungheresi e non solo. Il primo dei quattordici i concerti, sabato prossimo nella Chiesa di San Domenico, avrà come protagonista la Savaria Symphony Orchestra (musiche di Brahms, Liszt, Kodaly e Erkel, autore dell'inno nazionale ungherese) diretta da Tamas Vasary, passato al podio dopo un passato di importante pianista. Un'altra storica formazione magiara, la Ferenc Liszt Chamber Orchestra, che mancava dall'Italia da tempo, suonerà il 29 settembre nella Chiesa di San Francesco (musiche Bartok, Liszt, Stravinskij, Shostakovich). Ma ci saranno anche artisti non ungheresi, come il pianista russo Grigory Sokolov ed il violinista greco Leonidas Kavakos in duo con Enrico Pace. Si annunciano spettacolari le due serate di musica gitana, il 30 agosto con il virtuoso di cimbalom Kalman Balogh e la Gypsy Cimbalom Band, e il 2 settembre con il funambolico violino di Roby Lakatos. Nè ovviamente mancherà l'operetta, visto che l'Ungheria ha dato i natali a due tra i maggiori compositori di questo genere, Ferenc Lehar e Imre Kalman, entrambi presenti nel concerto della Strauss Festival Orchestra Vienna il 5 settembre. Tra i maggiori interpreti presenti, da segnalare anche il Quartetto Kodaly e l'Orchestra della Toscana diretta da Laszlo Kovacs con Roberto Cappello al pianoforte, che il 7 settembre chiuderà il festival. ''L'Ungheria è un paese che possiede uno dei patrimoni musicali più ricchi d'Europa - spiega Sisillo -, una ricchezza dovuta alle tante influenze culturali stratificatesi sul suo territorio che ha visto convivere romeni, slovacchi, tedeschi e magiari. Il Festival esplorerà questo mondo''. Ed il presidente, Giuliano Giubilei, nel ricordare le difficoltà crescenti per realizzare una manifestazione del genere, sottolinea che comunque ''la cultura è un motore insostituibile di sviluppo economico e turistico''.
Città di Castello/Umbertide
22/08/2012 16:03
Redazione