Da questa mattina la rosa del partigiano, ricorda, accanto al cippo sul greto della Scatorbia l’uccisione di Venanzio Gabriotti, da parte di un plotone di fascisti. La rosa del partigiano, un innesto selezionato e tracciabile, proveniente dal cuore della Resistenza, l’Emilia Romagna, è stato messa a dimora dagli alunni del Secondo Circolo didattico alla presenza di cittadini ed autorità che hanno voluto commemorare insieme all’Amministrazione comunale di Città di Castello, all’Anpi, all’istituto Venanzio Gabriotti il nove maggio del 1944 e i tragici fatti accaduti. Anche il sottosegretario agli Interni Giampiero Bocci ha partecipato alla messa officiata da mons. Giuseppe Tanzi nella cappella del Famedio del cimitero monumentale. Più tardi, presso il cippo, circondato dai labari e dagli stendardi delle associazioni combattentistiche, il presidente dell’istituto Gabriotti Sergio Polenzani ha ringraziato gli intervenuti e dato la parola a Walter Verini, che, a nome anche degli altri parlamentari presenti, Anna Ascani e Giampiero Giulietti, ha sottolineato come “Se in Italia esiste la democrazia e i cittadini possono scegliere con libere elezioni è grazie a persone come il tifernate Venanzio Gabriotti, che spese la sua vita contro la dittatura e per ridare all’Italia pace, democrazia e libertà. Oggi siamo qui non solo per celebrare ma anche per cambiare l’Italia in nome di quegli ideali”. La Provincia di Perugia, rappresentata da Domenico Caprini, ha dichiarato attraverso il presidente Marco Vinicio Guasticchi che “Venanzio Gabriotti è, fra tutti i martiri della guerra di liberazione dal nazifascismo, il personaggio più emblematico perché la sua vicenda umana ne fa a tutti gli effetti il padre nobile dei giovani che si sono sacrificati per ridare l'Italia alla democrazia. Noi ripensiamo alla sua figura con la commozione dovuta al martirio ma anche con il senso di devozione che si deve a un padre fondatore”. All’iniziativa ha partecipato il giudice Daniele Cenci, poi intervenuto nella sala del consiglio comunale, e Anna Maria Pacciarini, che ha invitato i giovani a riflettere sull’esempio morale della Resistenza, una guerra combattuta da ragazzi che scelsero la libertà contro la dittatura, prendendo il proprio destino tra le mani e costruendo l’Italia democratica”. “Essere così tanti” ha dichiarato il sindaco Luciano Bacchetta è un riscontro all’impegno dell’Amministrazione per attualizzare le ricorrenze importanti della vita nazionale, incrociandole alle date pregnanti per noi tifernati, come questo nove maggio in cui Città di Castello ricorda Venanzio Gabriotti, l’Italia le vittime del terrorismo, l’Europa la sua nascita. Il nostro compito è tenere insieme storie e prospettive spesso in contrasto, forze opposte nel cui gioco la Repubblica ha sempre tenuto la barra ferma”. “Bella Ciao” cantata dai bambini del primo e del secondo circolo didattico, e il “Silenzio” eseguito da Giovanni Procelli, hanno chiuso la manifestazione che si è spostata in via San Florido, viale Vittorio Veneto per l’omaggio istituzionale e in Piazza Gabriotti per l’apposizione della corona alla torre civica da parte dei Vigili del Fuoco. Nella sala del consiglio le premiazioni del concorso indetto dall’istituto e dedicato alle stragi civili: lavori di altissima qualità, ha detto Paola Ceci, presidente della commissione, e particolare menzione all’elaborato “Per non dimenticare” dell’istituto comprensivo A. Burri del plesso di Badia Petroia e Morra, a cui è stata assegnata anche la prima edizione del premio “Assuntina Sonagli”. Quindi “Rinchiudiamo la guerra” della scuola primaria San Leo Bastia. “Ragazzidellaurora” della scuola primaria di La Tina, classi quinte A e B, “Mai più” della terza B della scuola Alighieri- Pascoli, “Don Serafino Rondini, la forza del perdono” della terza B della scuola Leonardo da Vinci di San Giustino, “Civetta della classe prima E dello stesso istituto, sezione Selci-Lama, “Dalla cattura alla liberazione” realizzato dai ragazzi della quarta B del liceo classico Plinio il Giovane. Le stragi civili sono anche il filo rosso di un percorso di commemorazioni nell’ambito del Settantesimo: dopo Villa Santinelli, domani ( sabato 10 maggio, ore 11.00) Amministrazione e associazioni saranno presso il Cimitero di Castel Guelfo, per ricordare i quattro giovani che l’11 maggio del 1944 persero la vita a Monte Maggiore e Cai Zingari. Parteciperà il presidente provinciale dell’Anpi Francesco Innamorati.
Città di Castello/Umbertide
09/05/2014 15:38
Redazione