C.Castello. Anche il sindaco Bacchetta interviene sulle dichiarazioni di Calvesi.

In seguito alle dichiarazioni rilasciate dall’ex presidente della Fondazione Burri Maurizio Calvesi, il sindaco di Città di Castello Luciano Bacchetta convocherà i tre rappresentanti del Comune in seno all’organismo per raccogliere le loro impressioni “sui giudizi espressi da chi, avendola guidata negli ultimi quindici anni, può certo considerarsi parte attiva delle vicende che hanno interessato la Fondazione” dichiara il sindaco “Inoltre, secondo i tempi stabiliti dal Consiglio comunale, i rappresentanti del Comune riferiranno alla commissione consiliare preposta su questo ed altri punti di interesse. Il recente rinnovo è stato ispirato, nelle scelte di emanazione comunale, dall’intenzione di valorizzare l’eredità di Alberto Burri, dopo la stagione delle controversie giudiziarie e della litigiosità permanente, che hanno distolto anziché diretto l’attenzione di stampa e istituzioni sul patrimonio inestimabile che il Maestro ha lasciato alla sua città. Per quanto compiuto finora, gli atti del nuovo consiglio stanno interpretando l’esigenza di trasparenza e dinamicità che l’Amministrazione comunale ritiene prioritarie per costruire al meglio il Centenario del 2015 , una prova fondamentale in vista dei grandi progetti legati al nome di Burri: il Centro di arte contemporanea, la piazza e più in generale il binomio tra il Maestro e la città, che ancora non ha trovato una definizione compiuta ma che è un obiettivo imprescindibile per il futuro del territorio in termini di crescita economica e sociale. Per quanto nelle nostre competenze, ci stiamo impegnando perché la Fondazione sia caratterizzata da una sempre maggiore efficacia e incisività della gestione e in questo attendiamo proposte significative per non perdere l’occasione che il Centenario dischiude soprattutto a seguito della legge votata dal Parlamento. I poteri di controllo possono essere esercitati dalla Regione Umbria in qualsiasi momento, tuttavia è evidente la discontinuità inaugurata dal nuovo corso in termini di apertura con la società tifernate e le maggiori istituzioni culturali italiane ed internazionali. Mi limito a citare l’asse costruito su Città di Castello ed Alberto Burri che figura nel dossier finale Perugia 2019 per dire come appaiano poco comprensibili dichiarazioni volte a gettare ombre indefinite, non circostanziate, sul presente della Fondazione. Un esercizio di dietrologia ingeneroso verso chi sta tentando di superare la conflittualità del passato e l’autoreferenzialità a suo tempo rimproverata proprio da coloro che oggi si fanno megafono di riflessioni oggettivamente fuori tempo massimo”.