L'associazione volontari del sangue di Città di Castello raggiunge i 64 anni di attività in favore del prossimo ed in maniera del tutto anonima, come è quella della donazione del sangue che mai si sa poi a quale malato andrà. Un momento importante, ma per i dirigenti tutti, in particolare per il presidente Paolo Celestini e quello d'onore Antonio Gasperini, si tratta solo di aumentare gli sforzi per far si che la cosiddetta crisi delle donazioni possa essere superata di slancio, ma anzi facendo progetti per avere un futuro ancor più radioso ed efficace. L'Avis ha un crucio quello di tornare ad aumentare le donazioni visto che a tutti i livelli c'è un allarme donazioni e sono a rischio pure gli interventi chirurgici. Nonostante ciò la sezione tifernate è assolutamente all'avanguardia e anche in questa annata ha una vivacità e un aumento di 100 donatori tra i 18 e 30 anni su 1522 effettivi, perchè come è obbligo di legge a 65 anni non si può più donare il sangue. Altra particolarità che deve essere sottolineata è il fatto che tra gli iscritti c'è una discreta presenza di stranieri di tutte le nazionalità a conferma di una società sempre più multicolore e questa va considerata come un pregio. I dati parlano chiaro 1522 donatori effettivi, 2550 donazioni effettuate nell'ultimo anno. Il lavoro di tutto il direttivo con in testa i vertici il presidente Paolo Celestini e quello onorario Antonio Gasperini è riuscire ad avere una media di due donazioni annue ad ogni socio e così si arriverebbe alla completa autosufficienza e spingere sempre più giovani generazioni, a partire dal mondo scolastico ed anche attraverso il sistema sportivo giovanile ad essere donatori effettivi. Giovani che debbono trovare l'esempio da chi riceverà un riconoscimento speciale, come il diploma con distintivo in oro con smeraldo per le oltre 100 donazioni, ed è Paolo Alunni, oltre a lui saranno altri 176 i premiati. Il direttivo dell'Avis tifernate anche in occasione del sessantaquattresimo anniversario ha lanciato il proprio messaggio che è quello di una continua opera di sensibilizzazione dell'opinione pubblica sul valore della donazione e del bene al prossimo. Tutto ciò arriva da un ottimo lavoro di squadra di tutto il direttivo che ha un ottimo rapporto con la sanità pubblica attraverso il direttore Generale della Usl Umbria 1 Andrea Casciari ed il direttore di presidio Silvio Pasqui ed il centro trasfusionale diretto da Elisabetta Agea e la sua equipe. Non meno importante è il rapporto con l'amministrazione comunale e il sindaco Luciano Bacchetta. Domenica 30 settembre quindi l'Avis di Città di Castello festeggia il suo 64° anniversario di fondazione con un fitto programma che prevede alle 9 la messa solenne in cattedrale celebrata dal vescovo diocesano monsignor Domenico Cancian assieme al cappellano dell'Avis e anche donatore don Paolo Bruschi. Al termine si snoderà la sfilata per le vie cittadine e la deposizione di una corona d'alloro alla stele dei caduti in via Vittorio Veneto. Alle 10.30 invece la cerimonia protocollare nell'aula consiliare del Comune, alla presenza del sindaco Luciano Bacchetta, con il saluto delle autorità comprese quelle delle consorelle avisine. La prolusione scientifica è stata affidata al dottor Adriano Murrone, direttore della Cardiologia e dell'Utic dell'ospedale di Città di Castello. Al termine ci sarà la consegna delle 177 benemerenze, cui seguirà il pranzo sociale.