La Pasqua 2016 ha un significato tutto particolare.
Anzitutto il significato Cristiano che da due millenni ha fatto di questa Festa il giorno più bello dell’anno. Non semplicemente la festa della primavera, ma la celebrazione dell’Avvenimento che ha portato nel mondo la Speranza della Vita oltre l’inesorabile appuntamento di ogni uomo con la morte.
Che Gesù Cristo, e solo Lui, sia uscito dal sepolcro dopo tre giorni, è la notizia più bella del mondo perché questa prospettiva è offerta ad ogni uomo che a Lui si affida.
Questa Speranza cristiana, unica davvero, non dovremmo perderla e neanche sottovalutarla, magari vivendo la Pasqua semplicemente come una vacanza o come il ripetersi di una tradizione tutto sommato non rilevante.
Le situazioni di sofferenza che ognuno sta vivendo, quelle che provengono dalle contraddizioni sociali e anche politiche, non raramente molto deprimenti, mettono in crisi la speranza. D’altra parte le soddisfazioni e le gioie umane sono così limitate che non riempiono il cuore dell’uomo perchè non offrono una gioia che abbia il sapore dell’eterno. La Pasqua dà ampia ragione sia al nostro soffrire che al nostro gioire. Al nostro vivere.
La Pasqua 2016 possa portare buone novità a tutti coloro che vivono nella disoccupazione, nel disagio, nelle sofferenze di vario genere, nella solitudine e qualche volta nella disperazione.
In questi giorni, insieme ai sacerdoti, ho incontrato molti malati all’ospedale, alla Muzi Betti e nelle case. Abbiamo visto situazioni anche di grave sofferenza portate con grande dignità. La nostra Caritas sta dando notevole attenzione alle non poche persone bisognose.
Una Pasqua speciale quest’anno perché è in corso il Giubileo straordinario della Misericordia voluto da Papa Francesco per ravvivare la speranza di un mondo più fraterno attraverso le opere di misericordia corporale e spirituale verso gli ultimi e i poveri, i rifugiati e gli emarginati.
Il nostro Paese e la nostra terra Altotiberina hanno bisogno di misericordia. Ne abbiamo bisogno per riconciliarci con noi stessi, per (ri)accendere l’amore vero e fecondo nelle famiglie, per ritrovare la forza di credere e di lottare per un futuro migliore specialmente per i giovani, per mettere in atto quei gesti, spesso semplici e quotidiani, che portano serenità e pace nei nostri rapporti, superando relazioni interrotte e creando vera fraternità.
Celebreremo la Pasqua nelle nostre parrocchie dove i parroci hanno benedetto le famiglie e si stanno prodigando per essere vicini alla gente. La celebreremo con particolare solennità nei due luoghi giubilari: nella Cattedrale e nel Santuario di Canoscio.
In Cattedrale, come vedrete, abbiamo delle belle novità: è stato ripulito, e in qualche parte anche rifatto, il pavimento: sono state messe le nuove panche; rimesso a posto l’esterno. Tutto questo spero possa favorire una larga partecipazione, soprattutto il Venerdì Santo, il Sabato Santo e la Domenica di Pasqua.
Un bel segno di speranza è il fatto che alcune centinaia di nostri giovani, il lunedì, il martedì e il mercoledì dopo Pasqua saranno in pellegrinaggio a piedi da Monterosi (VT) a Roma in San Pietro, dove insieme a diversi sacerdoti celebreremo il Giubileo, dopo aver attraversato la Porta Santa.
Il 10 aprile migliaia di tifernati da ogni parrocchia faranno il percorso giubilare a Collevalenza, accompagnati dai rispettivi parroci. Pure questo sarà un momento di grazia per tutta la nostra diocesi.
Anche a livello regionale sono previste iniziative che sicuramente lasceranno segni positivi nella luce di quella Misericordia che può cambiare il nostro modo di pensare e di vivere, può cambiare il nostro sguardo e allargare il cuore. La Misericordia non è semplicemente un sentimento, è il modo più umano di porci nei confronti degli altri, imparando ogni giorno di più a diventare misericordiosi, comprensivi, fraterni. Ha scritto Alessandro Manzoni: “Dio perdona tante cose per un’opera di misericordia”.
Le parole di Cristo: “Sono risorto e sono sempre con te” costituiscono un invito a seguire la strada da Lui percorsa, per sentire la sua compagnia, nella certezza che Lui non ci lascerà più.
Benedico tutti augurando di intercettare la Gioia della Pasqua che apre l’orizzonte infinito.
+ Domenico Cancian f.a.m.
Vescovo di Città di Castello
Città di Castello/Umbertide
24/03/2016 14:25
Redazione