C.Castello. Il tribunale di Perugia dichiara il fallimento della Kn confezioni.

Dopo mesi di lotta, finalmente esultano le 25 dipendenti della ditta Kn Confezioni di Cerbara dopo la sentenza della Corte d’Appello del Tribunale di Perugia dello scorso giovedì che ha dichiarato fallita la ditta tifernate. Un verdetto che ribalta completamente la prima sentenza emessa dal tribunale di Perugia a novembre che respingeva l’istanza fallimentare presentata dalle maestranze e contro la quale le stesse avevano immediatamente ricorso in appello. Il 19 dicembre scorso la prima udienza del ricorso, poi la sentenza giunta giovedì che dichiara fallita l’azienda dando così di fatto il via all’apertura della procedura di mobilità per le 25 dipendenti rimaste a lottare per il proprio posto di lavoro e per la tutela dei propri diritti. La Corte d’Appello(presieduta da Sergio Mattini Chiari) contestualmente ha nominato come curatore fallimentare il dottori Enrico Bianchini che è già stato contattato dalle sigle sindacali di Cgil, Cisl e Uil.Tra le motivazioni che hanno indotto una simile decisione nel secondo grado di giudizio, in particolare il comportamento tenuto dalla dirigenza, per nulla rispettoso dei diritti delle proprie lavoratrici ed anzi vessatorio nei confronti delle stesse. Come nel caso dell’ultimo capitolo di questa lunga storia, pochi giorni prima della vigilia di Natale, con un telegramma fatto recapitare a casa alle dipendenti con il quale si chiedeva loro di riprendere il lavoro ma giunte davanti ai cancelli dell’azienda, solo, invece, un biglietto di poche righe a giustificare la non apertura della ditta, “per motivi di salute”, si leggeva nello scritto.Un successo, quindi, non solo per le dirette interessate e per lo studio legale dell’avvocato Fabrizio Mastrangeli che le affianca in questa dura battaglia, ma anche per i sindacati di categoria che dall’inizio della vertenza sono al fianco delle maestranze e i loro rappresentanti, Claudio Mastriforti, Francesco Bonini e Francesca Fiorucci rispettivamente per Cgil, Cisl e Uil i quali peraltro hanno già annunciato la loro volontà di contattare il curatore fallimentare per avviare le procedure per la messa in mobilità delle 25 operaie. Senza considerare che già altre aziende del tifernate che operano nel settore tessile hanno manifestato il loro interesse per le operaie per le quali quindi si potrebbero aprire nuove prospettive lavorative.