C.Castello.Nardi di selci e Faist di Montone, domani giornate decisive.

Giornata decisiva, quella di domani, per due aziende storiche dell’Alta Valle del Tevere: la Nardi SpA di Selci e la Faist di Montone. Domani alle 9,30 negli stabilimenti dell’azienda di Selci si svolgerà infatti l’assemblea dei lavoratori per verificare la situazione relativa allo storico gruppo del tifernate alla luce dei nuovi assetti del mercato. Saranno presenti all’incontro le sigle sindacali di Fiom-Cgil, Fim-Cisl e Uilm-Uil accanto alle Rsu aziendali, ai rappresentanti di Assindustria e ai vertici aziendali. Nulla lascia presagire, almeno al momento attuale, risvolti in negativo sull’esito del tavolo di confronto, visto che, almeno per quanto riguarda la situazione interna del gruppo, nessun pessimistico è arrivato negli ultimi tempi dopo l’ultimo incontro che risale alla scorsa primavera. È un dato di fatto che nei mesi scorsi lo stabilimento di Selci ha soddisfatto regolarmente tutte le commesse di lavoro che aveva preso, garantendo l’occupazione piena dei dipendenti e allontanando lo spettro, connesso al taglio dei livelli occupazionali, che era stato preannunciato dalla stessa dirigenza aziendale nei mesi scorsi. Per quanto riguarda invece la Faist di Montone, domani alle 15 le parti saranno di nuovo presenti nella sede dello stabilimento a Montone per risolvere la delicata situazione venutasi a creare a seguito del paventato trasferimento in Romania di 5 dipendenti dello stesso gruppo. Ottenute, da parte delle maestranze, le dovute rassicurazioni sul fatto che non di trasferimento coattivo si trattava, bensì di una semplice informativa sulla disponibilità dei suddetti dipendenti a trasferirsi nella sede all’estero del gruppo arietano, c’è dialogo tra le parti coinvolte nella vertenza e un clima improntato dalla volontà di scongiurare decisioni drastiche. Rassicurazioni anche per quanto riguarda la volontà del gruppo di mantenere il presidio produttivo di Montone attuando politiche di investimento, razionalizzazione e qualificazione dei cicli produttivi evitando, per quanto possibile, il ricorso agli ammortizzatori sociali.