Un convoglio sanitario eccezionale quello che domenica scorsa è stato organizzato dalla struttura sanitaria di Città di Castello che d’urgenza, dopo aver accertato la mancanza di un posto letto sia a Perugia, presso il Santa Maria della Misericordia, che ad Arezzo, ha disposto il trasferimento di una donna, incinta alla 26ma settimana e a rischio di parto prematuro, presso il Bufalini di Cesena, centro specializzato nell’assistenza alla puerpere e ai bambini nati prematuramente.
In meno di mezz’ora quindi, dopo aver allertato un centro mobile di rianimazione e una seconda ambulanza che al suo interno aveva una “culla termica” e dopo aver chiamato per l’ assistenza, il personale medico del reparto di ginecologia e quello infermieristico del reparto di rianimazione, anestesia e un infermieri professionale, la scorta sanitaria è partita da Città di castello accompagnata in un primo momento lungo la E45 dai carabinieri di Sansepolcro che hanno guidato i mezzi sanitari fino al confine romagnolo. Qui la staffetta è proseguita con l’ausilio di una pattuglia della polizia stradale che però dopo poco ha dovuto dare forfait per i rilievi di legge di un grave incidente nel frattempo verificatosi. Ha impiegato in tutto un’ora e mezzo il convoglio per giungere, per fortuna senza alcun tipo di complicanza, al Bufalini di Cesena dove la donna è stata presa in cura dai sanitari della struttura ospedaliera romagnola.
Il fatto su cui riflettere, al di là dell’episodio, purtroppo non nuovo, è che casi simili dovrebbero trovare una adeguata soluzione entro i confini umbri e non diventare invece la normalità, quasi la regola, come sta invece succedendo da un po’ di tempo a questa parte. La normativa vigente prevede infatti che una partoriente a rischio di parto prematuro sotto le 34 settimane, debba essere trasferita in un cento di alta specializzazione che per Città di Castello è sinonimo del Santa Maria della Misericordi di Perugia. Ma questa ipotesi sembra ancora un’utopia perché i posti letto del polo d’eccellenza umbro sono insufficienti. Circostanza questa che obbliga le partorienti a rivolgersi a strutture sanitarie di altre regioni.
Simona Santi
Città di Castello/Umbertide
22/05/2008 12:21
Redazione