C.Castello: convegno tra esperti alla ricerca del "mobile umbro"

Esiste il mobile umbro? È questo l’interrogativo a cui il primo convegno de "L’arte è mo-bile" -manifestazione finanziata dal Gal Alta Umbria - ha cercato di rispondere mettendo a confronto presso l’Auditorium del Centro Bufa-lini docenti universitari, istituzioni e artigiani. Al centro dei lavori una ricognizione, con-dotta dalla Cattedra di Arte Moderna dell’Università di Perugina, sulle tipologie, le tec-niche e le maestranze, la diffusione dei manufatti e la fortuna collezionistica. “Lo studio socio-economico che presentiamo oggi” ha dichiarato l’assessore allo Svi-luppo economico Domenico Duranti, nell’aprire i lavori del convegno, “è preliminare a qualsiasi progetto di rilancio di un settore, che in Alto Tevere è nato sulla base di una tradizione orale e di una tecnica trasmessa dentro le botteghe degli artigiani. Ora è ne-cessario acquisire elementi storici maggiori che permettano di consolidare certezze ma anche di correggere errori per pensare linee e modelli che siano in grado di affrontare il mercato globale. Il compito delle istituzioni è sostenere questo processo di scoperta e conoscenza e condividere con gli artigiani le azioni per rilanciare il comparto”. “Abbiamo iniziato la nostra ricerca chiedendoci se esiste il mobile umbro, ma la rispo-sta definitiva giungerà solo alla fine degli studi” ha spiegato Giancarlo Gentilini, pro-fessore associato di Storia dell’arte Moderna aggiungendo che “La storia artistica um-bra è molto parcellizzata, circostanza non aiuta a trovare comuni denominatori sulla produzione. L’Università con il progetto sul mobile in stile si inserisce in una tematica fortemente agganciata alla realtà economica del territorio e mette in sinergia le compe-tenze proprie con quelle degli imprenditori e delle istituzioni. Il discorso si snoda da al-cuni punti fermi, tra cui i manufatti che per eccellenza appartengono alla tradizione umbra come i grandi cori rinascimentali, le casse intagliate e i mobili decorati del Set-tecento”. Aiuto e sostegno dalle istituzioni è stato chiesto da Giovanni Pieracci, responsabile del settore per Confartigianato, il quale ha definito molto critico il periodo che il legno sta vivendo, sottolineando come “il contributo delle istituzioni sia fondamentale per salvaguardare il patrimonio di aziende e di prodotto che il comparto garantisce” e ha parlato de L’arte è mobile come “un punto di partenza per altre iniziative che coinvolgano gli operatori. È necessario fare sistema perché gli artigiani sono persone che dedicano la loro vita al laboratorio, con sacrifici e dedizioni, ponendosi a tutela dei dipendenti che spesso sono collaboratori e non solo numeri”. “Risalire alla scuola umbra è difficile” ha precisato Antonia Forcella, restauratrice e autrice del volume Mobili Umbri “perché l’Umbria come realtà geografica ed ammini-strativa è nata relativamente tardi e le zone di contatto erano diverse da quelle attuali. Nell’Alto Tevere le influenze toscane sono molto forti per la contiguità storica con il Granducato”. La Forcella ha mostrato le diapositive di tre suppellettili, tutte umbre, in cui però la contaminazione toscana è molto presente. Dagli esemplari ha estratto i mo-tivi più tipicamente regionali, riconducibili all’intaglio rustico e la sequenza delle cornici. “La strada da perseguire per valorizzare l’artigianato artistico” ha detto Giacomo Ciuc-ci, dirigente della Regione dell’Umbria “passa per la definizione di un disciplinare che identifichi il prodotto e quindi per un sistema di controlli che garantisca l’autenticità de-gli esemplari e sia di garanzia sia per l’artigiano che per il consumatore”.