I carabinieri del nucleo tutela patrimonio culturale di Perugia hanno svolto insieme ai colleghi della compagnia tifernate un sopralluogo lungo il tratto di circa 400 metri delle mura urbiche di Città di Castello deturpato da due scritte con vernice spray. I militari che fanno capo al ministero della Cultura hanno raggiunto il centro storico tifernate a seguito della denuncia contro ignoti formalizzata nella mattinata di oggi dall'amministrazione comunale presso il comando dei carabinieri per il reato di danneggiamento di bene culturale. Il sindaco Luca Secondi ha ringraziato i carabinieri per "una risposta tempestiva e qualificata alla denuncia che abbiamo sporto con l'obiettivo di fare in modo che i responsabili del vergognoso gesto che ha deturpato uno dei monumenti più importanti della città vengano messi di fronte alle proprie responsabilità". Il sopralluogo, al quale hanno preso parte anche gli agenti della polizia locale di Città di Castello, ha permesso di raccogliere elementi utili alla formulazione di ipotesi di indagine per l'individuazione degli autori dell'atto vandalico, che hanno imbrattato anche un tratto del rivestimento del cantiere in corso di rimozione nel parcheggio di viale Armando Diaz. I carabinieri verificheranno l'eventuale disponibilità di immagini del sistema di videosorveglianza comunale. La gravità dell'episodio - sottolinea ancora il Comune - oltre a risiedere nell'offesa a un bene di pregio culturale e storico della città, sta anche nel fatto che la vernice spray utilizzata per imbrattare la cinta muraria rischia di aver macchiato irreversibilmente la struttura. La porzione di cinta muraria compresa tra Palazzo Vitelli a Sant'Egidio e la Palazzina Vitelli è stata aggiunta nel XVI secolo alla cinta muraria presente fin dall'epoca medievale, andando ad inglobare le aree occupate dalle due residenze rinascimentali, comprese le zone di pertinenza a parco interne. La struttura è costituita da muratura di laterizio sui fronti esterni con riempimento in pietrame sbozzato. Si era appena concluso un intervento di restauro conservativo, finanziato con 1 milione e 500 mila euro con contributo regionale a valere sulle risorse Por-Fesr 2014-2020.