Calabrò e Maffìa ieri a Gubbio

Dante Maffìà e Corrado Calabrò, calabresi, poeti, narratori, calabresi con la nostalgia del mare che li accompagna da oltre 50 anni, da quando hanno lasciato la terra madre per la capitale. "Voci della Calabria, voci del mondo" è stato l’incontro che ha voluto presentare agli eugubini il lavoro di due padri della poesie e della narrativa contemporanea. Due ospiti di prestigio per un pomeriggio introdotto dalla poetessa eugubina Anna Buoninsiegni e salutato dal vice sindaco Cristina Ercol. Corrado Calabrò, parallelamente al suo incarico, di Presidente dell’Autorità per le Garanzie delle Comunicazioni, da sempre scrive poesie. “La stella promessa” è il lavoro presentato e raccontato a Gubbio. “Non esistono note senza silenzi, treni senza stazioni, voli senza atterraggi, sogni senza risvegli, ispirazioni senza espirazioni, parole d’amore senza spazi bianchi”, questo scrive. Dante Maffìà, ha firmato "Milano non esiste", narrativa calabrese moderna ma in particolare un inaspettato ritorno della gloriosa letteratura industriale italiana, declinata da anni recenti alla sola precarietà lavorativa. Un romanzo che ribalta le nostre certezze sociologiche un’italiana ancora arrabbiata con i padroni, ancora tormentata dall’alienazione, dal disadattamento urbano. La storia di un emigrato del Sud a Milano, che lavora in fabbrica, una fabbrica afflitta dalla peste della modernità, la morte sul lavoro. Un monologo viscerale dell’Italia umile, popolare, un Italia che odora di lavoro, di rabbia, di vino, vera, senza maquilagge.