Calcio: Gubbio proiettato verso Fano

Alla fine sarà pur sempre soltanto una partita di calcio, ma è chiaro che Fano-Gubbio, al termine di una stagione regolare vissuta spalla a spalla e un antipasto play-off caratterizzato dalla clamorosa marcia indietro della società marchigiana sull’eventualità di anticipare la gara d’andata a sabato 22 – è diventato una sorta di tormentone, un’unica parola da leggere tutta d’un fiato e che resterà indelebile, comunque vada a finire, nella mente e nel cuore dei tifosi eugubini. L’importante è che la rivalità (peraltro legittima) non si modifichi in qualcosa di ben più pericoloso tale da trasformare una straordinaria festa di sport in uno spettacolo indecoroso per tutte e due le realtà. Spazio ora al campo dunque, dove ci si attende una partita bloccata, come tutte le finali, dove probabilmente la paura di sbagliare la farà da padrona; non si sa nemmeno se le gare disputate in campionato possano incidere sull’atteggiamento di rossoblu e amaranto, visto che le due sfide sono state tra loro completamente diverse (più aperta e spettacolare al Barbetti, molto più nervosa al Mancini). Di solito tuttavia in queste sfide si dice che “vince chi segna per primo”; difficile non dar credito a questa tesi, ma si sa come il calcio non sia proprio una scienza esatta, anzi. Entrambe le compagini infatti non fanno certo dell’esperienza la loro caratteristica principale, dote che nei play-off è spesso decisiva: ma Fano-Gubbio non è e non potrà mai essere una partita come le altre, per cui – parafrasando Jovanotti – le regole non esistono, esistono solo le eccezioni.