Cannara. Tiziana Ferrario racconta il suo Afghanistan

E’ arrivata puntualissima, Tiziana Ferrario, all’appuntamento con il pubblico di Cannara accorso nella giornata conclusiva della 27esima edizione della festa della cipolla ad ascoltare dalla viva voce della popolare anchorwoman il racconto dei suoi viaggi in qualità di inviata di guerra in Afghanistan. Lei, la giornalista del tg 1, esperta di politica estera e cronista schietta e appassionata, non si è sottratta alle domande e in assoluta umiltà, sorretta solo dalla voglia di squarciare il velo di silenzio che periodicamente ricopre un territorio martoriato e pieno di contraddizioni come quello afghano, ha raccontato di quelle bambine senza scarpe, di quei piedini nudi che penzolano dalle panche e toccano il fango che invade il cortile.” Alla presentazione del suo libro “Il vento di Kabul – cronache afgane”, un reportage o come qualcuno ha azzardato un libro di formazione per informare il lettore con un linguaggio semplice e accessibile di quanto dal 2001 in poi sta accadendo nella terra che ha ospitato Bin Laden e i campi di addestramento di Al Qaeda, c’era in qualità di moderatore anche il giornalista di Rai tre Alvaro Fiorucci. Accanto a loro, perfetta padrona di casa, Giovanna Petrini, primo cittadino del Comune di Cannara. Dalle parole della giornalista milanese così come dalle 368 pagine del suo libro, edito nel 2006 per i tipi di Baldini e Castoldi e vincitore del premio Santa Marinella, emerge il ritratto dell’Afganistan descritto come un caso non risolto piuttosto che come un capolavoro di "democrazia da esportazione” secondo la linea interpretativa diffusa dalla Casa Bianca. Il libro, frutto del materiale raccolto attraverso cinque anni di lavoro e di osservazione sul campo, sembra in definitiva voler lanciare, tra gli altri, soprattutto un messaggio, quello di non abbandonare nelle mani di guerriglieri e narcotrafficanti senza scrupoli un Paese ancora troppo lontano dalla pace e dalla stabilità.