Caso Eurostar a Fossato: critiche anche da Confindustria Turismo

Tra pochi giorni, dal 14 dicembre gli Eurostar sulla tratta Roma-Ancona non si fermeranno più a Fossato di Vico - Gubbio. E così anche gli ultimi due baluardi sopravvissuti alla razionalizzazione portata avanti da Trenitalia saranno espugnati e insieme a loro verrà meno pure questa possibilità di accesso al territorio dell’alta Umbria già penalizzato dal punto di vista dello sviluppo dell’infrastruttura viaria. Alla voce di protesta delle istituzioni e dei cittadini dell’Alto Chiascio si aggiunge quella del Sindacato dell’Industria del Turismo di Confindustria Perugia che trova questi tagli incompatibili con la dichiarata volontà che l’economia umbra punti sulla filiera ambiente-turismo-cultura. “Pur comprendendo i motivi che hanno spinto Trenitalia ad assumere questa decisione – sottolinea il presidente del sindacato del Turismo Maria Carmela Colaiacovo che è anche presidente nazionale di Confindustria Alberghi – tuttavia riteniamo inconcepibile e gravissimo che non si sia cercato un confronto per arrivare ad una soluzione diversa da quella che sarà esecutiva tra pochi giorni”. Alla luce di ciò che sta avvenendo – secondo il Sindacato di Confindustria – è del tutto inutile parlare di sviluppo del turismo,di valorizzazione del territorio e di organizzazione integrata, espressioni che sono completamente vuote di significato se si permette che anche i collegamenti minimi vengano soppressi. “La dignità e la riconoscibilità di territori belli e ricchi di cultura come Gubbio, Nocera, Gualdo, Fossato nonché importanti dal punto di vista ambientale come il Parco di Monte Cucco – aggiunge Colaiacovo – continua ad essere umiliata da un imperterrito isolamento che invece di diminuire, aumenta penalizzando cittadini, turisti e imprese. In una regione in cui da anni la rete di collegamenti stenta a svilupparsi, togliere quel poco che c’è significa avere uno sguardo del tutto miope. Crediamo, che a questo punto, sia assolutamente necessario istituire un tavolo regionale di confronto a cui debbano sedere tutti i soggetti pubblici e privati e che serva per arrivare ad una reale concertazione e a un reale confronto per il bene delle nostra regione. Questa è l’unica strada perché realmente termini ambiente, turismo e cultura abbiamo davvero un senso”.