Caso Goracci: è il giorno degli interrogatori degli ex assessori di Gubbio, Lucio Panfili e Maria Cristina Ercoli

Questa mattina Lucio Panfili (nella foto), nel pomeriggio Nadia Ercoli, entrambi difesi dall’avvocato Ubaldo Minelli. E'il giorno dei nuovi interrogatori quello di oggi al carcere di Capanne per 2 dei 4 ex amministratori di Gubbio arrestati dal 14 febbraio scorso ed in attesa della decisione del riesame il 27 Marzo prossimo. Otterranno i domiciliari potendo così rientrare a casa? Si vedrà. Fino ad ora il Gip Carla Giangamboni ed i tre giudici del Riesame hanno ritenuto che le misure preventive siano necessarie per evitare inquinamento di prove, dopo che sono state documentate sottrazioni di documentazione dagli uffici comunali. Panfili ed Ercoli hanno così presentato delle proprie memorie di fronte ai pm Duchini e Formisano, ed hanno risposto alle domande che vorrebbero far chiarezza sui meccanismi interni al gruppo ad oggi indagato. Anche Graziano Cappannelli ha chiesto di essere risentito. Il tutto mentre Orfeo Goracci ha ricevuto diverse visite in carcere da parte di colleghi della politica regionale e dal suo ex professore l’eugubino Don Angelo Maria Fanucci. Da un mese esatto così i 4 sono a Capanne, mentre Nadia Ercoli, Cernicchi, Stocchi e Cecili sono ai domiciliari. Nel frattempo altri 6 avvisi di garanzia sarebbero stati notificati e i bene informati garantiscono che almeno altri 6 sono pronti, e non solo per dipendenti comunali. Intanto, ad un mese esatto dagli arresti, il settore affari generali del Comune ha deciso di intervenire nell’organizzazione del personale. Ai domiciliari, dopo gli arresti, Lucia Cecili ha lasciato vacante il proprio ruolo di Posizione organizzativa nel settore “servizio Personale”. Urgono così “provvedimenti organizzativi per assicurare il corretto funzionamento della macchina comunale”, secondo l’atto firmato dal segretario comunale Paola Battistini. Così responsabile del settore Personale è stata incaricata, ad interim, Nadia Minelli, proprio colei che aveva presentato denuncia nel 2009 dando di fatto il via a quello che poi è diventato il caso “Trust”. La Minelli aveva infatti partecipato alla selezione interna per l’incarico del servizio, risultando idonea ma non assegnataria.