Caso Goracci, i pm ascoltarono anche il sindaco Guerrini

Il 5 Novembre era stato sentito dal pm anche il sindaco in carica Diego Guerrini. Dichiarazioni che, scrivono i pm, “forniscono un’importante chiave di lettura per avvalorare l’attendibilità di quanto già noto”. Guerrini ha raccontato che “dopo la sua candidatura, aveva nettamente avvertito la pressione esercitata nell’ambiente comunale dal gruppo Goracci, attraverso Ercoli, Goracci, Cernicchi, Stocchi, Cappannelli e Panfili. Secondo i pm Duchini e Formisano questo valeva anche per i dipendenti, definiti fedelissimi, come l’ing Santini, l’Ing. Casagrande, Baccarini detto “l’uomo di Goracci al protocollo”, Cecili e Lorenzi. Il caso del Piano Regolatore Generale è stato portato dal primo cittadino come esempio, un piano, quello elaborato da Casagrande, come è scritto nell’ordinanza “fatto a zig e zag, senza omogeneità urbanistica, solo per il perseguimento di finalità di consenso elettorale”. Divenuto sindaco, Guerrini, ha raccontato ai pm, di aver subìto un “pesante atteggiamento ostruzionistico dell’intero gruppo Goracci per penalizzare l’azione amministrativa”. I pm raccontano anche che Guerrini si era accorto che Maria Cristina Ercoli, già revocata dalla giunta, poteva accedere, dal suo cellulare, all’agenda elettronica dello stesso Guerrini. Da qui le decisioni prese subito dopo le elezioni: la revoca della carica di vicesindaco alla Ercoli, la rotazione di tutti i dirigenti e la sostituzione del segretario comunale Cristiano, questione che aveva sollevato notevoli polemiche proprio da parte degli esponenti del Prc. Provvedimenti indirizzati ad un unico fine, come spiegato dall’ordinanza del Gip: “Non consentire l’ulteriore protrarsi di situazioni di forza nei vari settori e di spezzare il consolidato sistema di favoritismi che notoriamente aveva caratterizzato il periodo dell’amministrazione Goracci”. E se tutto fosse vero, sarebbero parole che pesano gravemente sui 10 anni di governo Goracci ma anche indirettamente sui 10 anni di opposizione delle altre forze politiche: sempre critici su molte decisioni e modalità in consiglio comunale ma mai vere e proprie denuncie alle autorità competenti su situazioni, definite oggi dai pm stessi, “notorie e protratte”.