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Caso Merloni: iniziativa congiunta di Prc

Caso Merloni: iniziativa congiunta di Rifondazione comunista a livello regionale e locale.
Iniziativa congiunta dei gruppi di Rifondazione comunista nei consigli regionali di Marche ed Umbria per sollecitare le due giunte ad intervenire sulla ''gravesituazione di crisi aziendale che da mesi interessa la Antonio Merloni spa di Fabriano, con circa 3.000 dipendenti negli stabilimenti delle due regioni. Per l' Umbria ha sottoscritto l' interrogazione il capogruppo Prc, Stefano Vinti, intenzionato a ''conoscere gli interventi e le iniziative che sono state intraprese o si intendono avviare per sostenere i livelli occupazionali e produttivi nel territorio''. Si propone inoltre di ''costituire un osservatorio permanente sulla crisi'' che coinvolga gli enti locali e le organizzazioni sindacali, per monitorare periodicamente la situazione e poi indirizzare le politiche regionali, territoriali e gli eventuali strumenti finanziari, al raggiungimento di una soluzione della crisi. L' intento principale e' quello di ''mantenere i siti produttivi nel territorio ed i loro livelli occupazionali''. Vinti ricorda che ''la Merloni, per fronteggiare lo stato di crisi e rilanciare la produzione, ha predisposto un suo piano industriale, sottopostoalle organizzazioni sindacali, che prevede l' utilizzo per due anni della cassa integrazione, destinata a circa il 30 per cento dei dipendenti attivi nelle Marche e in Umbria, per un totale di circa 870 unita' lavorative giornaliere. In particolare, a partire dal 16 gennaio prossimo, la Cigs dovrebbe riguardare 400 lavoratori sui 1.290 dello stabilimento di Gaifana, per un massimo di quattro mesi per ogni lavoratore, a rotazione''. Lo stesso Vinti fa notare che ''le aziende del gruppo Merloni, piu' complessivamente inteso, hanno messo in atto negli anni una politica di delocalizzazione degli impianti produttivi, con la realizzazione di nuovi stabilimenti nell' Europa dell' Est ed in Cina'' e che ''proprio gli effetti di questa delocalizzazione vengono indicati nel piano industriale tra le cause dell'attuale stato di crisi''.

21/11/2005 20:23
Redazione
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