Una giornata memorabile. Per tanti eugubini e per la comunità di Livinallongo, più che mai gemellate in questo 5 agosto 2017 nel ricordo della Festa dei Ceri celebrata 100 anni fa in pieno conflitto bellico sull'altro piano di Pian de Salesei dove oggi sorge uno dei Sacrari più importanti della Prima Guerra mondiale.
Difficile dire quanto fossero gli eugubini saliti a oltre 500 km dal caldo torrido dell'Umbria: forse 1.500, come era stato detto alla vigilia, forse anche di più, come sembra suggerire l'immagine del viale che conduce al Sacrario durante la passerella delle copie dei ceri, realizzate nei mesi scorsi a Gubbio: alle spalle delle tre sagome lignee che riproducono nelle dimensioni quanto seppero costruire i soldati eugubini il 15 maggio 1917, sembrano davvero migliaia i presenti che gremiscono il selciato. Con le emozioni ancora vive della cerimonia che ha visto la presenza delle autorità cittadine di Gubbio e Livinallongo, i sindaci Stirati e Grones, il Vescovo di Gubbio, Ceccobelli e il cappellano degli Alpini don Lorenzo Cottali. Accanto ai Ceri issati, con i santi già incavijati, a fianco dell'ingresso del sacrario, dove sorge la scritta "In memoria dei caduti della Patria", numerosissimi gli eugubini che circondano come in un abbraccio questa cerimonia. I presidenti delle associazioni che hanno composto il Comitato per il Centenario, da Mauro Pierotti (che ha anche portato il saluto a nome delle associazioni stesse) regista dell'intera operazione, al presidente dell'Universota dei Muratori, Fabio Mariani, ai presidenti delle famiglie ceraiole, Ubaldo Minelli, Vittorio Fiorucci, Alfredo Minelli, al presidente del "Maggio Eugubino", Lupini finto ai presidenti delle Università di Arti e mestieri.
E dalle parole degli interventi istituzionali traspare chiara l'eccezionalità dell'evento. Il Vescovo Ceccobelli ripercorre a tratti la memorabile omelia del compianto mons. Bottaccioli, pronunciata 10 anni fa quando definì la Festa dei Ceri una grande "sinfonia sociale" dove nessuno da solo può nulla ma solo l'insieme dei tanti rende unica l'anima della festa. Il Sindaco Stirati si commuove ricordando il sacrificio di tanto giovani in guerra ma anche l'ardore con cui i soldati eugubini pensarono e organizzarono quella festa in guerra. E citando Ungaretti, conclude ricordando come " i Ceri oggi sono un gesto d'amore contro la guerra che gli eugubini offrono alla memoria di questo luogo". L'eccezionalità dell'evento di 100 anni fa ma anche della partecipazione di massa oggi, e' sottolineato anche dal sindaco di Livinallongo, Grones (lo scorso 15 maggio ospite a Gubbio) e dal consigliere regionale Smacchi che rappresentava la Regione Umbria in questa cerimonia.
Poi dopo la celebrazione eucaristica, i Ceri vengono mossi dai supporti lignei realizzati dagli alpini del Col di Lana (e raffiguranti delle bombe) e a passo vengono condotti fuori dal perimetro del Sacrario, dove sono sepolti oltre 5.000 soldati morti nella Grande Guerra in questo che fu uno dei fronti più sanguinosi del confine italo-austriaco. Ad osservare l'intera cerimonia ci sono anche i rappresentanti dei gruppi alpini e dell'esercito austriaco con i rispettivi labari. Dall'altro i vessilli delle istituzioni eugubine, tra cui un'inedita bandiera raffigurante l'associazione delle madri e vedove di guerra di Gubbio, sorretta dall'umbertidese Pierino Monaldi.
Sotto le stanghe si alternano in centinaia. Non conta l'età, non è importante l'altezza, non ci sono state riunioni per stabilire chi dovesse dare questa insolita spallata. E in fondo nulla è più ceraiolo di questa felice spontaneità che si respira nel cuore delle Dolomiti.
In questo contesto di grande partecipazione, anche emotiva, i Ceri hanno compiuto tre birate intorno alla croce che fa da ingresso al Sacrario e quindi si sono spostati fino all'incrocio con la strada che giunge da Digonero nel punto esatto dove furono scattate le foto rimaste a testimoniare l'evento insolito di 100 anni fa (e che oggi sono esposte anche nel Museo del Pordoi sulla Grande guerra). Un breve carosello, tanti flash e riprese video e poi il ritorno al Sacrario dove i Ceri sono stati scavijati e collocati all'interno del Sacrario a sinistra dell'ingresso. Dove resteranno per sempre a omaggiare una pagina di vita, prima ancora che di folclore, nel tragico scenario della guerra. Una pagina rivissuta e omaggiata al meglio in questo 5 agosto 2017.
Unico neo della giornata, l'annuncio che domani, domenica, non si svolgerà l'attesa cerimonia in cima al Col di Lana per commemorare le vittime di questo fronte di guerra. L'appuntamento, tra i più suggestivi, si svolgerà a valle per le previsioni meteo avverse.
Gubbio/Gualdo Tadino
05/08/2017 15:25
Redazione