La ceramica perde terreno e quote di mercato. Una situazione non nuova e percepita da tempo dai produttori del settore dell’eugubino gualdese e non solo. Tanto che i sindacati sarebbero in procinto di sollecitare la dichiarazione dello stato di crisi da parte del Governo e di chiedere l’apertura di un tavolo di confronto con la Regione per studiare adeguate strategie di difesa e di rilancio. Una crisi del comparto che si riflette inesorabilmente sulle unità produttive della provincia di Perugia, dove secondo l’Istat si registrano 39 milioni d’export sui 40 regionali. Stando ai dati della camera di Commercio di Perugia il numero di aziende ceramiche nell’eugubino-gualdese sarebbe passato dalle 90 del IV trimestre del 2003 alle 84 dello stesso periodo del 2004, registrando una flessione di 6 unità. Due aziende di Gualdo Tadino, tra cui una rinomata fabbrica di piastrelle e 4 di Gubbio, con conseguenze anche sull’indotto dei fabbricanti di forni, di torni e di refrattari. Nell’elenco delle città della ceramica che perdono aziende ci sono anche Deruta, incontrastata capitale umbra, con –3 unità produttive rispetto al 2003. Eccezione alla regola Torgiano, che alla fine del 2004 ha registrato una nuova azienda nel settore. Calo di produttori e riduzione di posti di lavoro: due fenomeni che procedono di pari passo. La provincia ha assistito nell’ultimo biennio una perdita di 156 addetti, dai 1576 del quarto trimestre 2002 ai 1420 dello stesso periodo del 2004 (-9,9%).