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Ceri e internet: lo stupidario

Festa dei Ceri, marketing territoriale ad ampio raggio e non privo di originalità. Il 15 maggio rappresenta, infatti, un fattore di promozione per le strutture ricettive eugubine e non solo. Per averne la prova basterà avere un computer e un collegamento internet.
Digitando le parole festa dei Ceri e agriturismo in uno dei motori di ricerca più utilizzati del mondo, appaiono 10 pagine e più di 1400 siti. Se si inserisce invece Festa dei ceri e hotel si sale a 4.480 pagine. E si scoprono anche strani collegamenti, come ad esempio che al binomio Ceri-hotel corrispondono decine di strutture, tra le quali l’Hotel Europa di viale Pellini a Perugia. Secondo il sito internet www.italyhotelink.it la festa è “una gara in cui tre statue di due tonnellate ognuna, raffigurando Sant'Ubaldo di Gubbio, Sant'Antonio e San Giorgio rispettivamente, vengono portate di corsa da piazza Grande fino alla sommità di Monte Ingino, per essere riposte nella Basilica di Sant'Ubaldo, in spalla – si legge testualmente -  agli addetti locali in costume d'epoca”. I Ceri fanno anche rima con Pesaro e Urbino. In www.viphotels.it li troviamo, infatti, in un pacchetto turistico marchigiano alla voce folklore tra le sagre. Nel sito www.dif.it, il percorso dei ceri è inserito tra gli itinerari francescani, mentre in quello dell’Hotel Campiglione di Bastia Umbra “la famosa Corsa dei Ceri, esalta lo spirito di antichi riti medievali”. Continuando la ricerca e digitando le parole “corsa dei ceri e hotel”, troviamo 5180 pagine. Scorrendole si tira un sospiro di sollievo, perché tra buffe rivisitazioni e originali interpretazioni si arriva al sito di Repubblica.it, generalmente fonte attendibile. Nella sezione Viaggi, Umbria, folclore si legge: “la festa culmina con una gara tra varie squadre, che, reggendo alte costruzioni lignee che da tempo sostituiscono i ceri, debbono raggiungere la cima di monte Ingino fino alla basilica del patrono San Ubaldo; conferma del carattere agreste della festa sono anche gli altri due patroni, San Giorgio e Sant'Antonio, popolari protettori dei campi e del bestiame”. E allora meglio disconnettersi.


09/05/2005 19:02
Redazione
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