Cinque candeline per l'ospedale di Gubbio - Gualdo

C’era la Lorenzetti a governare la Regione Umbria con accanto l’assessore alla sanità Rosi, c’erano i sindaci Goracci e Scassellati a guidare le città di Gubbio e Gualdo, c’era Panella alla dirigenza dell’Asl 1: furono loro, nel tagliare il nastro, a tenere a battesimo cinque anni fa , in una giorno come questo, il 1 marzo, l’ospedale comprensoriale di Branca. Oggi , cinque anni dopo, c’erano i loro corrispettivi, volti cambiati per una festa di compleanno organizzata dall’Asl Umbria 1 e dalle associazioni di volontariato Ade, Aelc e Amici del Cuore. Per la Regione, l’assessore alla sanità Tomassoni che ha indicato l’ospedale comprensoriale come il modello a cui si è ispirata la recente riforma sanitaria : razionalizzazione delle risorse umane e delle strutture evitando i doppioni ma anche integrazione tra ospedale e territorio. Per l’Asl il neo direttore Legato che ha promesso il massimo impegno, pur nelle difficoltà finanziarie del momento, per non sciupare ma anzi migliorare quanto sin qui svolto. Accanto a lui il nuovo direttore sanitario dell’Asl Umbria 1 Diamante Pacchiarini, chiamato direttamente dal San Camillo di Roma a guidare sotto il profilo clinico e scientifico l’azienda. Non c’erano oggi gli allora sindaci Goracci e Scassellati, né l’eugubino Corazzi, ma c’erano gli attuali primi cittadini Guerrini e Morroni che hanno ricordato nei loro interventi la lungimiranza di chi li aveva preceduti , partendo da Corazzi per Gubbio e Pinacoli per Gualdo, a cui si deve la scelta di chiudere due ospedali per averne uno più efficiente. Oggi entrambe i sindaci hanno promosso quella decisione coraggiosa. Nel suo intervento il sindaco Morroni ha voluto anche lanciare l’appello agli operatori sanitari come ai cittadini del comprensorio: “ Siate voi – ha detto – i migliori fans di questo ospedale , non screditiamo quanto di buono c’è qui dentro”. Commovente l’intervento del direttore sanitario Teresa Tedesco, la mamma di questo ospedale dai tanti padri, che ha ricordato il principio fondante del plesso di Branca, l’umanizzazione dell’ospedale, la riduzione al minimo del distacco medico paziente costruita in cinque anni di duro lavoro, con successi e a volte cadute , nella consapevolezza che non tutto è stato fatto , molto ancora si dovrà fare.