Ambiente depresso, squadra che annaspa nei bassifondi, e un girone di ritorno che si appresta ad essere ancor più complicato di quello d'andata. La situazione, fotografata in poche parole del Città di Castello calcio, squadra che sta pagando oltremodo gli errori dirigenziali fatti in estate, quando sembarava fatta per il reality show con ItaTv, realitydi cui poi non se ne fece più nulla lasciando a Calagreti e soci, poco tempo per allestire una squadra che potesse ambire alla salvezza con il solo manipoli di riconfermati e pochi altri giovani, arrivati in estate. Chiar che poi il budget a disposizione ha fatto tutto il resto, la crisi in società è evidente, comunque mai nascosta dalla dirigenza, che nel frattempo però già alla vigilia della riapertura del mercato aveva visto l'addio dei big della squadra partiti verso altri lidi. E in entrata? Si diceva della crisi, che di fatto non ha permsso alcun rinforzo, e ce sarebbero dovuti essere come minimo almeno uno di esperienza per reparto, sicuramente qualcun altro in più per poter dire la propria alla grande in tutto il girone di ritorno. Fiorucci resta con un manipolio di giovani, con i quali nonostante l'impegno profuso e il cuore molto spesso gettato oltre l'ostacolo, darà veramente dura salvarsi. I quattro gol incassati dalla Flaminia ne sono una dimostrazione: “Qua non si molla nulla, non ci tiriamo indietro di un millimetro. Detto questo, che la situazione sia piuttosto difficile per usare un eufemismo, lo sanno tutti. Facciamo le cose abbastanza bene, ma al momento di concludere in porta abbiamo poco più che la cerbottana mentre gli altri sono attrezzati come minimo con i fucili. Con la Flaminia abbiamo disputato un primo tempo dignitoso, negli ultimi secondi abbiamo subito gol combinando un pasticcio difensivo. Li la partita si è messa decisamente in salita e pian piano siamo caduti nel vuoto più totale”.