In casa Città di Foligno oggi il patron Spera sarà a Perugia per presentare il ricorso al Tar regionale dopo l'interdittiva antimafia recapaitata alla società appena una settimana fa e che di fatto ha comportato lo 0-3 a tavolino per il mancato svolgimento della gara contro l'Avezzano, e l'annullamento del recupero contro il Flaminia che a questo punto sarà interpretato come nel precedente caso, alla stregua di una rinuncia vera e propria. Domenica nel frattempo è destinata a saltare la gara con il Rieti che costituirà anche la pietra tombale sulla stagione del Città di Foligno: quarta rinuncia, quarto ko a tavolino, radiazione come da regolamento. Spera prova ad evitare tutto questo proprio appellandosi al Tar, ma potrebbe essere tutto inutile visto che qualora il ricorso venisse discusso, non ci sarebbero i tempi tecnici per portare avanti e in conclusione in tempi stretti l'intera vicenda. I giocatori e lo staff tecnico non si sono allenati, restano però a Foligno in attesa del “fischio finale” sulla vicenda che appare ormai prossimo. Nel frattempo sulla vicenda è tornato a parlare il sindaco Mismetti, che ieri ha avuto un incontro con le famiglie dei calciatori tesserati per il Città di Foligno nelle categorie Giovanissimi ed Esordienti: anche il loro destino è compromesso dalla vicenda che sta passando la società, il rischio per anche per loro è quello di non poter più scendere in campo da qui fino al termine della stagione: “ Spero che sia finita questa agonia: ora c’è spazio per ripartire da quel percorso che abbiamo intrapreso per far collaborare diverse società che fanno calcio a Foligno e partecipare al campionato che sarà possibile sostenere. Ora c’è il problema dei giovani ma non è semplice trovare una soluzione. Certo, è una brutta pagina per la città”. Per tutelare l'attività sportiva dei giovani si è mosso anche il Comitato Umbro che ha portato il caso direttamente alla Lega Nazionale Dilettanti di Roma, provando a dare esito positivo alla vicenda,salvaguardando l'interesse di chi è interessato soltanto a giocare a calcio e che non può pagare per le colpe di chi occupava posizioni di vertice.