“E’ un sogno che diventa realtà: in tre anni abbiamo completato e messo a regime il primo ed il secondo stralcio del progetto di potabilizzazione dell’acqua da Montedoglio, superando l’emergenza e garantendo il servizio a tutta la zona sud dell’Alto Tevere con il grande vantaggio ambientale di non attingere dalle falde”: il sindaco Fernanda Cecchini così riassume la portata del progetto presentato nella sala conferenze di Villa Montesca. Presenti all’iniziativa i sindaci dei comuni interessati alla realizzazione, Giampiero Giulietti per Umbertide, Fabio Buschi per San Giustino e Claudio Serini per Citerna, il presidente dell’Ato Massimo Perari e il vicepresidente Luca Sborzacchi, il vicepresidente di Umbracque Mauro Farfallini e i vertici del Consorzio irriguo che gestisce l’invaso. 8 milioni e mezzo di investimenti destinati all’impianto di potabilizzazione di Citerna e di Città di Castello, alle opere di adduzione, già in funzione, per Umbertide e per il Trestinese. “L’impegno della politica non si ferma qui”, ha aggiunto il sindaco Cecchini, annunciando che nel Piano di ambito, di prossima redazione, “sono necessari i finanziamenti del terzo stralcio per le derivazioni dirette alla zona nord e alla zona industriale, che, a causa della persistente siccità, stanno entrando in sofferenza. Dopo aver dato risposte all’agricoltura con la rete a scopo irriguo, ora è tempo di soluzioni definitive sull’approvvigionamento dell’acqua ad uso civico, un elemento che va ad incidere sulla qualità della vita dei cittadini”. L’acquedotto dell’Alta Valle del Tevere prevede nel breve periodo l’allaccio dei comuni di San Giustino e Citerna che, per motivi logistici, è stato posposto di qualche giorno, e nel medio periodo un quarto stralcio per incrementare da 60 litri a 300 litri al secondo il prelievo idrico da Montedoglio, qualora ve ne fosse la necessità. “Sono prospettive plausibili” ha detto Massimo Perari, presidente dell’Ato, ricordando che “anche nel 2003 quando partirono i lavori per l’acquedotto, l’Umbria aveva proclamato lo stato di emergenza idrica e a distanza di quattro anni le sorgenti dell’Appennino sono ancora in una situazione critica”. Per Perari “se, nonostante la siccità, il sistema ha retto, è grazie agli interventi messi in cantiere, che mirano a calibrare le strutture sulla maggiore domanda di risorsa idrica. Gli investimenti necessari a raggiungere un obiettivo di equilibrio tra esigenze dell’utenza e potenza delle reti però sono poco compatibili con i piani tariffari degli Ambiti”, ha aggiunto Perari, sottolineando “il ruolo di sostegno economico che le Regioni e lo Stato possono svolgere perché la legge Galli sia applicata nel suo spirito originario”.
Città di Castello/Umbertide
09/08/2007 15:00
Redazione