“Oggi parliamo di questioni correlate al covid che, a differenza della prima ondata quando sono state chiuse quasi tutte attività ambulatoriali, sono state mantenute”: lo ha detto l’assessore regionale alla Salute, Luca Coletto, introducendo oggi la video conferenza stampa sull’organizzazione dell’attività sanitaria rivolta alla cura anche dei pazienti non covid. Presenti oltre all’assessore, il direttore alla Salute, Claudio Dario, i commissari straordinari delle Aziende sanitarie e ospedaliere della regione, Marcello Giannico, Pasquale Chiarelli, Massimo De Fino, Gilberto Gentili. “A fine primavera inizio estate – ha ricordato Coletto - avevamo realizzato un programma di smaltimento delle liste di attesa che è andato avanti in questi mesi in maniera silente, ma operativa, grazie ad un lavoro comune che ha visto impegnati i quattro Commissari straordinari, il direttore regionale alla salute e tutti gli operatori sanitari. E’ stato fatto un grande lavoro – ha sottolineato l’assessore - soprattutto se consideriamo che nonostante tutto siamo arrivati a 130 posti di terapia intensiva, che sono stati attivate e sono operativi. Rispetto alla prima fase dove seguivamo solo ed esclusivamente il covid, ora nella seconda fase, abbiamo curato con particolare attenzione l’azione di screening e la specialistica ambulatoriale. I dati assolutamente incoraggianti – ha proseguito - perché per quanto riguarda ad esempio lo screening, al mese di novembre abbiamo raggiunto il 90 per cento di adesioni. Anche nelle visite specialistiche – ha concluso l’assessore - abbiamo avuto un ottimo recupero ed è rimasto indietro solo il 10 per cento rispetto al periodo di lockdown”. “Oggi – ha riferito il Direttore regionale alla sanità Dario – diamo conto della restante attività no-covid perché abbiamo fatto una grande esperienza nella prima fase della pandemia e abbiamo cercato di dare concretezza alle risposte di prevenzione di eventuali problemi che avevamo dovuto fronteggiare”. “Nella prima fase – ha proseguito - c’era stato il blocco completo delle attività perché sapevamo poco di questa patologia e avevamo problemi di conoscenza e gestione dei percorsi e delle modalità di isolamento. E’ stato dunque inevitabile – ha aggiunto - il blocco completo degli ospedali e delle attività in lockdown. In questa seconda fase invece siamo in possesso di una tecnologia che ci ha permesso di lavorare con approcci preventivi finché i numeri ce lo hanno consentito”. Poi con la crescita esponenziale dei contagi, in Umbria come nel resto del Paese, il tracciamento non si è dimostrato più efficiente, ma avevamo nel frattempo sviluppato una serie di strumenti e conoscenze che ci hanno comunque permesso di affrontare in modo efficace la seconda ondata della pandemia, che ha visto nella nostra regione un numero di contagi dieci volte superiore alla prima fase ed il doppio dei ricoveri sia in intensiva che ordinari. Nella seconda fase – ha sottolineato Dario – non solo non c’è stato un lockdown totale, ma all’interno delle strutture sanitarie si è lavorato molto sulla definizione dei percorsi, delle attività ambulatoriali e chirurgiche e si è riusciti a mantenere una quota di attività che ci ha consentito di non spegnere completamente il motore sanitario. Dario ha quindi ricordato che è comunque proseguita tutta la parte relativa alle vaccinazioni, agli screening, il recupero domenicale delle prestazioni, le attività e chirurgiche ambulatoriali, i day hospital oncologici, oltre al contenimento dell’urgenza. In questa seconda fase – ha concluso - abbiamo mantenuto negli stessi edifici, con grande attenzione sulla differenziazione dei percorsi attività covid e no covid, l’assistenza anche agli altri pazienti”. Nel corso dell’incontro i commissari straordinari hanno illustrato l’attività di ciascuna azienda.
Perugia
30/11/2020 17:27
Redazione