Stop alla produzione allo stabilimento Colacem di Ghigiano. La notizia l'ha resa nota il sindaco di Gubbio Filippo Stirati nelle comunicazioni durante l'ultimo consiglio comunale dando conto di un colloquio avuto con le dirigenze del gruppo cementiero.
A fine agosto si fermerà la linea cottura , con la produzione di cemento che farà forza su altre cementerie del gruppo, a Sesto Campano in Molise, Caravate in Lombardia e Rassina in Toscana, quelle che riescono maggiormente ad ammortizzare i costi esorbitanti dell'energia, grazie anche all'utilizzo di combustibili alternativi. Ghigiano e Galatina in Puglia sotto questo profilo sono meno resilienti.
Le motivazioni che portano allo stop della produzione a Gubbio sono sostazialmente due: la prima è il calo del mercato nei mesi di giugno e luglio, un meno 15% su base mensile a livello nazionale dovuto ad uno stallo dei cantieri. Un fenomeno che non è aiutato dalla crisi di Governo in atto. Quindi i costi dell'energia, elettrica innazitutto, schizzata a 500 euro megaWatt /h a fronte di 60 euro pagati nello stesso periodo dello scorso anno . A questo si aggiungono quelli del metano . Il tutto rilevabile andando a consultare sui portali dedicati l'andamento del Pun, il prezzo unitario nazionale, una sorta di borsino che pubblica i dati aggiornati di quanto costa di ora in ora l'energia sul mercato. Con queste cifre, senza aiuti dal Governo, le cementerie italiane e tutte le imprese energivore avrebbero già chiuso i battenti.
Il sindaco Stirati si è detto tuttavia rassicurato dall'azienda che questo stop alla produzione su Gubbio non si tradurrà in cassa integrazione per i dipendenti , almeno per il momento: le maestranze saranno spostate in attività manutentive da effettuare . Resta l'interrogativo su quando ripartirà la produzione.