Se i mercati finanziari di mezzo mondo sembrano non riprendersi dalle pesanti oscillazioni delle ultime settimane, le quotazioni del tartufo bianco sul “mercato del gusto” anche quest’anno sono in crescita. Nessun rischio di crollo per il “tuber magnatum pico”, intramontabile simbolo della buona cucina italiana e internazionale e, nel territorio eugubino-gualdese, immancabile spartiacque tra estate e autunno con l’arrivo della 27esima edizione della “Mostra mercato nazionale del tartufo bianco e dei prodotti agroalimentari”. La fiera, organizzata dalla Comunità montana dell’Alto Chiascio, sarà di scena in piazza Quaranta Martiri dal 30 ottobre al 2 novembre. Il primo dato interessante sull’edizione 2008 è il consistente aumento degli espositori che hanno contattato gli organizzatori della mostra. Tanto che non è ancora disponibile un dato definitivo sulle presenze di aziende e prodotti nei padiglioni espositivi della rassegna. La Comunità montana dell’Alto Chiascio, infatti, sta cercando di accontentare quante più richieste possibile, prevedendo nuovi spazi e modificando in parte gli assetti dell’area degli stand. Ma, informano dall’ente, sarà praticamente impossibile accontentare tutti e qualcuno dovrà purtroppo rimanere fuori. Un vero e proprio “boom” di adesioni degli espositori motivato, dagli stessi rivenditori, sia dal successo della rassegna enogastronomica eugubina, sia dalla chiusura di alcune manifestazioni simili concomitanti, nel centro Italia e non solo. In attesa dell’apertura degli stand della kermesse, campeggia l’annuncio “cercasi tartufo disperatamente”. E’ stata soprattutto la stagione estiva afosa e arida che ha contribuito più di ogni altro fattore a trasformare quest’anno il tartufo bianco — almeno per ora — in un vero e proprio bene di lusso. Le piogge primaverili avevano fatto ben sperare i cavatori del comprensorio, ma l’agosto secco e caldo li ha fatti ricredere e un po’ disperare. I prezzi al chilo, nella prima metà di ottobre, sono arrivati a sfiorare, per pezzature grandi, i tremila e cinquecento euro al dettaglio, mentre i rivenditori all’ingrosso lo mettono sul piatto della bilancia a circa duemila e ottocento. E sui tavoli dei migliori ristoranti del territorio, le tagliatelle generosamente spolverate di lamelle bianche toccano i trentacinque euro. Come le più ovvie regole dell’economia impongono, a scarsità di offerta e con una domanda sempre in crescita da parte dei buongustai, il prezzo non può che lievitare. Tanto che, nonostante le cifre, i mercati esteri come Inghilterra, Germania e Stati Uniti continuano a richiedere tartufi dall’Italia e dall’Alto Chiascio. Il banco di prova per eccellenza di questo “mercato del gusto” scatterà il 30 ottobre con il taglio del nastro della Mostra del tartufo di Gubbio. Le premesse ci sono tutte: la chiusura — come detto — di altre piccole fiere italiane, cadute sotto i colpi della riforma degli Enti montani, ha aperto la corsa alla piazza eugubina, tradizionalmente allettante e ambita dagli espositori. Altra questione riguarda i visitatori: l’anno scorso furono quarantamila nei cinque giorni di apertura della manifestazione. “Il fine settimana non è dei più favorevoli — ammette la presidente della Comunità montana, Catia Mariani — perché non ci sono ponti che prolunghino le visite, ma la macchina organizzativa è a pieno regime. Abbiamo in cantiere tutta una serie di iniziative per valorizzare il territorio e far conoscere al meglio il nostro ambiente boschivo, lo scrigno che contiene il prezioso tartufo bianco”. Nel calendario della mostra, che sarà reso noto in dettaglio nei prossimi giorni, ci sarà infatti anche un convegno nazionale incentrato sul “valore del bosco”. “Tante anche le iniziative collaterali — prosegue la Presidente — organizzate in collaborazione con associazioni del territorio, con degustazioni di prodotti tipici, mostre d’arte, concerti”.
24/10/2008 12:10
Redazione